La morte di Papa Luciani che sconvolse il mondo

L’edizione straordinaria del 29 settembre 1978 per l’improvvisa scomparsa


di Fabio Zamboni


BOLZANO. Quel venerdì 29 settembre del 1978 l’Alto Adige uscì due volte: all’edizione del primo mattino si aggiunse l’edizione straordinaria che nella tarda mattinata sostituì la prima pagina con la notizia dell’improvvisa, clamorosa morte di Papa Giovanni Paolo I, passato alla storia col nome di Papa Luciani. Sfogliando la raccolta del nostro quotidiano del quale ogni domenica rievochiamo le pagine più importanti per celebrarne i settant’anni, ci ha colpito questa notizia, l’annuncio di una scomparsa a dir poco prematura. Il pontificato del papa veneto durò infatti soltanto 32 giorni. All’alba di quel 29 settembre il pontefice fu trovato morto nel suo letto dal segretario personale John Magee, allarmato dal fatto che papa Luciani alle 5.30 non era ancora nella cappella a pregare, come era solito fare. Su questa morte illustre, annunciata anche dal nostro quotidiano come dovuta ad infarto, si ricamarono poi per anni congetture su un possibile avvelenamento, creando intorno all’evento un alone di mistero non ancora dissolto. Si disse e si scrisse che Giovanni Paolo I stava per mettere mano a certi loschi affari della banca vaticana per limitare il potere poco spirituale e molto temporale dello Ior. E che qualcuno lo avrebbe fermato nel modo più drastico, eliminandolo. Insomma, qualcuno aveva il sentore che Luciani si sarebbe mosso come sta facendo oggi Papa Francesco, avendo chiaro l’obiettivo di una chiesa più vicina ai poveri e ai meno fortunati. E se oggi su questa strada trova ostacoli Papa Francesco, figurarsi che tipo di ostacoli avrebbe trovato papa Luciani dentro una Chiesa monolitica e dogmatica. Ma quel giorno non c’erano ombre né congetture, dietro alla sorpresa di un pontificato tanto breve. L’Alto Adige dedicava alla notizia l’intera prima pagina e gran parte dell’ultima. Apertura, naturalmente, con un titolone sull’«improvvisa scomparsa» del papa con un articolo che cercava di fornire al lettore tutti i particolari raccolti fino a quel momento: l’ora della morte stimata attorno alle 23, il fatto che dalla luce accesa sul comodino e dal libro lasciato aperto sul comodino si poteva dedurre che la morte aveva colto il papa durante la lettura.

E siccome – come recita un adagio popolare - morto un papa se ne fa un altro, l’articolo sottolineava che «i cardinali elettori sono stati subito avvertiti per prepararsi a giungere a Roma nei prossimi giorni per partecipare al nuovo conclave per l’elezione del 264° successore di Pietro».

Ma tutti i giornali quel giorno sottolinearono soprattutto il fatto che quello di papa Luciani era stato il pontificato più breve della storia: appena 32 giorni. «Papa Albino Luciani – scriveva l’Alto Adige – ha regnato appena 32 giorni; si tratta di un altro record di questo pontefice dal sorriso dolce che in appena un mese aveva conquistato l’affetto di milioni di cattolici. Record infatti è anche la brevità del Conclave dal quale era uscito questo papa. Per trovarne uno più breve bisogna risalire al XVII secolo, quando venne eletto Leone XI de’ Medici il quale regnò appena 17 giorni, dal 10 al 27 aprile 1605». Sempre in prima pagina, sotto ad un enorme e sorridente ritratto di papa Giovanni Paolo, un articolo intitolato “Un veneto che è piaciuto a tutto il mondo”, e sotto una breve biografia che sottolineava come Luciani, di Canale d’Agordo, era figlio di un emigrato in Svizzera che era ritornato in patria per fare il vetraio a Murano. Poi le tappe di una “carriera” iniziata al seminario di Feltre e proseguita con gli studi di filosofia e teologia e con la laurea alle Pontificia università gregoriana con una tesi su Rosmini.

La vicinanza del Veneto con la nostra regione indusse i giornali locali a dare molto spazio alla notizia. Iniziando proprio da quella edizione straordinaria che in ultima pagina apriva con un articolo centrato sulle parole di Andreotti che ricordava di Luciani “un sorriso benedicente che rimarrà nella memoria”. Nella stessa pagina, viene rimarcato un particolare legato alla nostra regione: «Famosa è rimasta una sua visita a Trento, dove si era recato per partecipare ai funerali del vescovo ausiliare mons. Rauzi. Partito in automobile in compagnia del suo segretario, che era al volante, quando giunse al casello autostradale d’uscita scorse una pattuglia di carabinieri e una di agenti della polizia. I militari avevano infatti avuto l’ordine di scortare il presule fino all’arcivescovado. “Per carità – disse il cardinale Luciani al suo collaboratore – non saranno mica lì per noi; cerca di tirare diritto, vediamo se riusciamo a non farci notare”. E Luciani ci riuscì. L’autovettura transitò lentamente senza farsi notare e arrivò all’arcivescovado senza scorta». L’Alto Adige riportava anche il commento dei vescovi di Trento e di Bolzano alla tragica notizia: monsignor Gottardi e monsignor Gargitter spendevano parole di sincero dolore per la morte del “loro” papa.













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