La presidente Schir adesso reclama tutta l’indennità

«Lasciare la metà al Comune non ha dato gli esiti sperati» Il Movimento 5 stelle destinerà la somma a vari progetti



MERANO. La presidente del consiglio comunale di Merano Francesca Schir torna sui suoi passi. Non lascia, si badi bene, la carica di conduzione dell'organo sovrano del municipio, ma ora vuole che tutta l'indennità spettante, per il ruolo che ricopre in Comune, sia versata sul suo conto e non più solo il 50%. Il motivo? Eccessiva farraginosità nel destinazione la metà del denaro “rifiutato” alle attività dal lei indicate. «Avevo chiesto che con la metà dell’indennità alla quale rinunciavo fossero sostenute le attività che si svolgono negli alloggi protetti di villa Lituania in via Grabmayr», spiega Schir. Ma quei soldi, aggiunge, sono ancora come sospesi in un limbo. «Non dico che non giungeranno a destinazione. Ma c’è poca trasparenza e tanta lentezza, anche se abbiamo sollecitato la questione più volte. E così in seno al nostro gruppo è stato deciso di agire diversamente». Insomma quei soldi, suppergiù 500 euro netti al mese, non finiranno nelle tasche della presidente del consesso civico. Perché, precisa, saranno di volta in volta assegnati a precisi progetti e dunque torneranno alla comunità. In maniera rapida e diretta, senza le tortuosità della macchina municipale. «Abbiamo anche deciso i primi assegnatari: l’Accademia studi italo-tedeschi, per un corso di scrittura - continua Schir - e per i prossimi mesi siamo anche pronti ad accettare proposte».

A luglio 2015, mantenendo l'impegno che si era assunta in campagna elettorale, Schir, dopo essere stata eletta in virtù del suo ruolo di consigliera di opposizione alla maggioranza Rösch, aveva rinunciato al 50% della indennità spettante al presidente del consiglio. Non parliamo di pochi soldi, visto che per l'incarico ricoperto Schir avrebbe potuto incamerare 1.732 euro lordi al mese, un buono stipendio da operaio, che però, a differenza del ruolo istituzionale, lavora almeno 40 ore alla settimana. Francesca Schir era stata la prima ad aprire un ciclo virtuoso in tema di indennità di carica, seguita a poco tempo di distanza dal vicesindaco Andrea Rossi, che aveva deciso di percepire lo stipendio come un qualsiasi altro assessore, rinunciando alla maggiorazione spettante al vicesindaco. Poche settimane dopo anche il primo cittadino Paul Roesch si era decurtato il 10% dello stipendio. (rog)

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