la storia

«La prevenzione mi ha salvato la vita, fate i controlli» 

L’architetto Roberto Palazzi: «Nel 2017 mi è stato diagnosticato un tumore alla prostata in seguito a normali analisi del sangue. Sono stato  operato nel reparto di Urologia dell’ospedale San Maurizio. Nel 2021 si è presentata una recidiva, curata con la Radioterapia»



BOLZANO. «La prevenzione mi ha salvato la vita, fatevi controllare sempre. Non aspettate, non rimandate». Parla così Roberto Palazzi, 75 anni, architetto noto in città, colpito anni fa da un tumore alla prostata, curato e guarito.

Le prime analisi nel 2017

«Nel 2017, quasi casualmente, ho scoperto di avere un tumore alla prostata. A seguito di normali analisi del sangue, il medico che mi visitò mi suggerì di fare una biopsia per escludere qualsiasi tipo di problema. Questo perché il valore del mio Psa (prostatic specific antigen, antigene prostatico specifico, una vitamina sintetizzata dalla prostata che funge da marcatore tumorale), era piuttosto alto».

Al reparto di Urologia dell’ospedale di Bolzano - retto dal primario Armin Pycha - gli specialisti accertarono che alcuni frustoli (campioni bioptici) erano positivi.

«Anche se completamente asintomatico avevo sviluppato una forma tumorale altamente aggressiva. Per questo lancio un appello... fatevi controllare sempre! L’elemento determinante che mi ha spinto ad un controllo tempestivo è stata l’esperienza di un amico, anch’egli affetto da cancro alla prostata. Aver sentito la sua storia molto probabilmente mi ha salvato la vita perché ho anticipato la visita di qualche mese. Di fatto, è stata la mia fortuna».

Fondamentale l’approccio con la professionalità del reparto. «Ero molto spaventato e la dottoressa Carolina D’Elia mi ha tranquillizzato e dato sicurezza spiegandomi che la tecnologia ha reso curabile anche forme tumorali che in passato non lo erano».

La diagnosi era di adenocarcinoma alla prostata, le strade da seguire erano due: la radioterapia o l’opzione chirurgica. «Su suggerimento dei medici optai per l’asportazione totale della prostata. L’intervento, che andò molto bene, fu eseguito dal primario, Armin Pycha».

Nel 2021 la recidiva.

Quattro anni dopo, nel 2021, arriva la recidiva: «Nel mio caso, si trattava di una recidiva biochimica, che ho curato facendo due mesi di radioterapia. Per fortuna, non mi ha causato grossi effetti collaterali, a parte un senso di stanchezza diffusa. Se non ho avuto particolari problemi, penso sia dipeso anche dal fatto che il reparto di Radioterapia del San Maurizio è dotato di macchinari di ultima generazione, in grado di trattare le zone interessate dal tumore con precisione millimetrica».

Durante il percorso di guarigione, Palazzi è stato seguito dalla radioterapista oncologa, Justyna Magdalena Waskiewicz, del Servizio di Radioterapia dell’Azienda sanitaria, ambito guidato dal primario Martin Maffei.

Per classificare la pericolosità di un tumore, esiste il punteggio di Gleason, una scala di rischio crescente che va da 1 a 10. Quello dell’architetto si attestava a 8, tra i più aggressivi.

Apprezzo di più la vita.

«A volte, la malattia può aiutarci ad essere migliori ed è un’esperienza che ti fa rivalutare le piccole cose. Una cena in famiglia? Te la godi molto di più».

 













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