La Provincia cancella il sussidio casa

Decurtato l'assegno ai beneficiari e dal 2013 stop alle domande


Francesca Gonzato


 BOLZANO. Sparisce il sussidio casa dell'Ipes. Dal 2013 non verranno più accolte nuove domande, perché la competenza passerà ai distretti sociali. Una svolta con pesanti ingognite: non è stato ancora deciso se cambieranno i criteri per l'accesso e gli importi versati. Intanto chi gode di un sussidio se lo vedrà decurtare.  Sono queste alcune delle novità contenute nel disegno di legge che modifica l'ordinamento dell'edilizia agevolata. Il testo licenziato dalla giunta e firmato dall'assessore Christian Tommasini (Pd) ieri è stato modificato in alcune parti dalla quarta commissione legislativa presieduta da Veronika Stirner Brantsch (con voti trasversali tra Svp e opposizione). In questa versione la legge arriverà alla discussione del consiglio provinciale in aprile.  L'impianto prevede una restrizione del sistema di welfare legato alla casa, ma l'impostazione più severa data dalla giunta provinciale è stata in parte attenuata. Alcuni punti a favore li ha segnati il Consiglio dei Comuni, ieri rappresentato in audizione dal presidente Arno Kompatscher, che ha ottenuto, tra l'altro, la conservazione della concertazione con i Comuni nelle modifiche urbanistiche per rendere edificabili aree verdi o produttive (vedi articolo sotto). Queste le novità più importanti.  LA SVOLTA SUI SUSSIDI. Il disegno di legge prevede il taglio del tetto massimo del sussidio casa, che dagli attuali 6.000 euro all'anno passerebbe a 5.400 (la giunta puntava a 4.800).  La vera svolta del settore riguarda però ciò che accadrà dal gennaio 2013, quando l'Ipes cesserà di raccogliere le domande. Chi risulterà ancora titolare di sussidio, lo conserverà fino alla scadenza del contratto di affitto e comunque non oltre 4 anni dall'entrata in vigore della legge. I nuovi richiedenti dal 2013 dovranno rivolgersi ai distretti sociali, che già oggi erogano le prestazioni per il pagamento delle spese di locazione e spese accessorie. L'obiettivo della giunta è di unificare tutto il sistema, trasferendone la gestione al settore sociale. «Vogliamo riformare il sistema, controllarlo meglio per evitare sovrapposizioni indebite, là dove accadono. L'erogazione verrà computata in base anche al redditometro», anticipa Tommasini. L'Ipes concede il sussidio a 10.420 famiglie con un importo di 30 milioni. I distretti sociali assistono per l'affitto 4.792 famiglie con 10 milioni (cifre 2009). Solo a Bolzano l'Assb sostiene 2.208 famiglie con 4,5 milioni.  La riorganizzazione è stata attaccata duramente da Riccardo Dello Sbarba (Verdi, ha votato «no») che contesta i punti di domanda non risolti sul «dopo»: «Il sussidio casa dell'Ipes è cosa ben diversa dal sostegno all'affitto concesso oggi dai distretti sociali. Il primo ha maglie più larghe, il secondo viene concesso a persone in serie difficoltà, ma può avere importi più alti e in certi casi può sommarsi al sussidio Ipes. Ci vengono a dire che il sussidio viene cancellato, che tutto verrà gestito dai servizi sociali, ma non esiste ancora un piano su futuri requisiti, importi massimi, eventuali tagli al budget. Non c'è. L'abbiamo chiesto anche a Luca Critelli (direttore ripartizione Famiglia e politiche sociali). Ci chiedono di votare una legge che cancella una componente del welfare, ma non dicono cosa accadrà e chi ci perderà. Una cambiale in bianco». LE SANZIONI. Chi oggi rifiuta una casa Ipes resta escluso dalle graduatorie per 3 anni. La legge porta la penalizzazione a 8 anni (Durnwalder puntava all'esclusione perenne).  

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