La regina santa, Fiorentino racconta Elena

Bolzano. «Elena di Savoia, la regina santa», è questo il titolo dell’ultima pubblicazione di Waldimaro Fiorentino (Edizioni Catinaccio) dedicata alla regina nata in Montenegro. «Elena di Savoia...



Bolzano. «Elena di Savoia, la regina santa», è questo il titolo dell’ultima pubblicazione di Waldimaro Fiorentino (Edizioni Catinaccio) dedicata alla regina nata in Montenegro. «Elena di Savoia -spiega Fiorentino, che a lungo si è impegnato in prima persona nell’Unione monarchica -molto probabilmente verrà beatificata. La curiosità è che la causa di canonizzazione della “Serva di Dio, Elena di Savoia, laica della diocesi di Montpellier e del vicariato di Roma, sposata, Regina d’Italia” non è stata avanzata in Italia, ma nella repubblicana Francia che aveva ghigliottinato la regina Maria Antonietta». A dare inizio alla causa di canonizzazione, nel 50esimo anniversario della morte, è stato il vescovo di Montpellier Luis Boffet, che ha composto una preghiera per l’occasione, Nel corso dalla prima guerra mondiale, Elena di Savoia trasformò il Quirinale in un ospedale destinato ai feriti di guerra. «Successivamente la regina Elena studiò medicina e il 2 giugno 1941 le fu conferita la laurea honoris causa dell’Università la Sapienza di Roma, finanziò opere a favore degli encefalitici, per madri povere, per tubercolotici e per gli ex combattenti, promosse iniziative per la formazione e l’aggiornamento professionale contro la poliomelite, il parkison ed il cancro e assunse l’alto patronato della lega contro il cancro presieduta dal senatore Alessandro Lusting, esimio medico e scienziato. Elena ispirò poeti e musicisti; Gioacomo Puccini le dedicò la “Madama Butterfly”». Pio XI il 15 aprile 1937 le conferì la rosa d’oro della Cristianità, e Pio XII, nel messaggio di condoglianze inviato al figlio Umberto II per la morte di Elena, la definì «Signora della carità benefica». «Il 27 novembre 1939 - prosegue Fiorentino - Elena indirizzò ad Elisabetta del Belgio, Giovanna di Bulgaria, Alessandria di Danimarca, Guglielmina di Olanda e la Granduchessa Carlotta del Lussemburgo una lettera nella quale si leggeva “Signora e Cara Sorella,... La guerra che infiamma tanti eroismi a distruggere vite, lavoro, fede nel domani, cioè i presidi stessi della civiltà, minaccia di dilagare nello spazio e nel tempo, e di inasprire i suoi terribili rigori ogni giorno peggio..” Il 21 dicembre i reali d’Italia si recavano in Vaticano in visita ufficiale e Pio XII rivolse loro un’allocazione nella quale lodava l’Italia per la sua astensione dal conflitto. Il 28 dicembre il Papa restituiva la visita al Quirinale e pronunciava un secondo discorso di esaltazione della pace. In entrambe le occasioni Mussolini si astenne dal partecipare e, il 21 dicembre, ricevendo Himmler, lo assicurò che “non avrebbe mai permesso una sconfitta della Germania”. Così, l’Italia, con il mondo intero, scivolò irrimediabilmente nella guerra e nella catastrofe». Una visione assolutoria delle responsabilità di Casa Savoia, che farà sicuramente discutere.

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