La Stocker con i medici: «Privacy da rivedere»

L’assessora : «Comprensorio di Bolzano e Asl devono trovare una soluzione» Allo studio la soluzione “austriaca” del «silenzio-assenso»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. «I primari mi avevano detto che le nuove norme sulla privacy avrebbero paralizzato gli ospedali.. e mi sembra che in molti reparti stia succedendo proprio questo. Dico che il Comprensorio di Bolzano - che al momento ha i problemi maggiori - e l’Asl devono lavorare insieme per trovare una soluzione». L’assessore alla sanità Martha Stocker chiede una svolta rapida ad una questione che rischia di mettere a rischio - come dicono i medici - la salute della popolazione. «Sono anche convinta che la soluzione finale sia squisitamente politica. In assessorato ci stiamo muovendo, abbiamo visto che nell’Unione europea prevale la regola del “silenzio assenso”». Succede anche nella vicina Austria... «Sì, anche in Austria e funziona. Vedremo cosa riusciremo a fare».

I medici sono allarmati perché la raccolta dei consensi per comporre il "dossier sanitario" individuale digitale appena introdotto dall'Asl - su pressioni del Garante - ha fatto sì che, in assenza di consenso, i dati per una questione di privacy siano stati secretati.

Federico Martin, chirurgo e presidente provinciale dell’Anpo - l’Associazione primari ospedalieri - ha un pensiero cristallino: «Lavorare al buio, senza conoscere la storia clinica del paziente è difficilissimo. Qui non ci rende conto che così facendo si espone il medico ed il paziente a grossi rischi».

Gli unici ad avere - «ma solo per il momento, precisano all’Asl» - accesso libero a tutti i dati sono Pronto Soccorso, Rianimazione, Oncologia e Dietetica. A complicare una questione già delicatissima ci si sono messi pure gli 11 diversi partner esterni all’ospedale che gestiscono 11 diversi sistemi informatici. In ulteriore difficoltà - per una questione di software - Chirurgia, Cardiologia, Dermatologia e Dietologia. Una situazione che lo stesso Marco Cappello, direttore amministrativo dell’Asl, definisce paradossale. Non è possibile che il San Maurizio abbia 11 diversi sistemi informatici...». Ma perchè accade? «Perchè si tratta di sistemi acquistati nel 2002, quando non esisteva l’Asl unica, che vanno adeguati ed in alcuni casi le ditte non l’hanno fatto creando enormi difficoltà».

Le reazioni dell’Anaao.

«I medici sono in rivolta - spiegano al direttivo provinciale del sindacato - perchè non si riesce a lavorare. Ci sono problemi per i pazienti. Comprensorio ed Asl devono trovare una qualche soluzione transitoria-tampone, una qualche deroga che ci tolga da questo impiccio. La verità è che la norma non andava applicata in questa maniera. Non è possibile che due-tre Aziende in tutt’Italia lo abbiano fatto e le altre no. E poi non è possibile che dentro l’ospedale esistano 11 sistemi informatici. Da anni andiamo ripetendo che quello dell’informatizzazione è un problema grave ma siamo sempre da capo».

Le reazioni del Pd.

Il Pd dell'Alto Adige, attraverso il suo referente per la sanità, il chirurgo Antonio Frena, esprime in una nota grande preoccupazione. «L’applicazione delle norme, in una maniera così restrittiva da non avere uguali in Italia provoca in molti settori il forte rallentamento se non addirittura il blocco dell’attività medica. Per Frena l’impostazione “difensivistica” della nuova legge sulla privacy non può andare contro l’interesse dei pazienti. «L’Asl adesso deve individuare in tempi rapidi tutti i possibili rimedi che consentano ai medici di operare secondo i consoni livelli qualitativi, ridando contemporaneamente tranquillità e sicurezza ai pazienti».

La risposta dell’Asl a Frena.

Marco Cappello - direttore amministrativo dell’Asl - consiglia a Frena - di fare il giro delle altre Aziende o di leggere bene i provvedimenti del Garante. «Cerchi di suscitare meno allarmismo e pensi a rispettare il lavoro altrui come noi facciamo nei confronti del suo. Il Garante ci ha imposto di adeguarci dopo che una dipendente Asl aveva rivelato dati sensibili su una collega. Per il resto concordo con la Stocker, il silenzio assenso sarebbe la soluzione migliore».













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