La Svp tirata per la giacca «Non c’è solo l’autonomia» 

L’Obmann: ad esempio non ci convincono le posizioni sull’Europa di Lega e M5S Il Pd proiettato sulle provinciali: «Restare un terrritorio aperto a Nord e Sud»  



BOLZANO. La tirano per la giacca. Ma per ora la Svp aspetta di vedere a chi verrà dato l’incarico per formare il nuovo governo. Da chi sarà guidato e soprattutto quale sarà il programma del prossimo esecutivo. Anche, ma non solo, in tema di autonomia. «Parleremo con tutti, ma a noi interessano anche altre questioni, ad esempio, l’Europa», spiega l’Obmann del partito di raccolta, Philipp Achammer. In casa della Stella alpina tutti ricordano gli anni di governo del centrodestra, giocati sulla difensiva. Anche se poi alla fine i poteri autonomistici non venivano toccati. «Vediamo che succede, di certo le affermazioni di 5 Stelle e Lega sulla nostra autonomia sono a volte contraddittorie e non convincono neppure le posizioni euroscettiche di entrambi i partiti», ancora Achammer. Insomma via Brennero non rifiuterà colloqui, ma «valuterà attentamente le proposte».

«Sedersi e respirare tre volte prima di prendere decisioni a livello governativo», sottolinea il vicepresidente dalla giunta, Christian Tommasini. Sulle prossime provinciali l’esponente del Pd si augura che «l’Alto Adige resti una provincia aperta, come lo è stata in questi anni, ponte tra Nord e Sud». «Con le chiusure non si va da nessuna parte. Dal canto nostro non siamo per tutte le stagioni. Temi come il lavoro, il sociale, l’apertura dell’autonomia sono per noi fondamentali, come lo sono l’università e il Parco tecnologico. Quando la Svp ragiona in questo modo ci piace, vedremo in autunno», chiude Tommasini. «Il Movimento 5 Stelle non è anti-autonomista, non lo è mai stato. Basta guardare i punti del programma elettorale su autonomia, decentramento e autonomia fiscale. Il nostro obiettivo è uno Stato federale». Così il leader altoatesino M5S e consigliere provinciale Paul Köllensperger. «Di certo - aggiunge - la Svp ha fatto poco per rendersi simpatica a Roma. L’Alto Adige dovrebbe, infatti, non pensare solo a sé stesso, come con la riforma costituzionale, ma dovrebbe diventare una sorta di apripista per le altre regioni esportando le sue buone pratiche». Köllensperger sottolinea comunque che nel rapporto tra i due partiti «non c’è nulla di irreparabile». «Le elezioni provinciali in autunno - chiude il consigliere pentastellato - sono comunque tutt’altra partita ma siamo già a buon punto». «Il Pd ha il dovere di ragionare con il Movimento 5 Stelle, dopo aver fatto un bagno di umiltà». Così Roberto Bizzo, ex Pd ed ora consigliere provinciale di Noi per l’Alto Adige. «A mio avviso il Pd deve restare fedele agli insegnamenti di Alcide De Gasperi ed Aldo Moro ed impedire che l’area moderata si saldi con le destre. Il segnale lanciato dagli elettori, dando la fiducia a M5S, è più che chiaro ed il Pd non lo può ignorare», spiega il presidente del consiglio provinciale. (m.dal)













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