Laura forse è stata strangolata 

Sul corpo rilevati alcuni segni evidenti sul collo. Ma si tratta di una indicazione provvisoria che dovrà essere confermata dall’autopsia Oggi confermata l’udienza al tribunale del riesame promossa dagli avvocati difensori: verrà chiesta la revoca della custodia cautelare


Mario Bertoldi


Bolzano. Sul corpo privo di vita di Laura Perselli, ripescato dall’Adige sabato scorso a poco più di un mese dalla scomparsa, sarebbero stati notati dei segni che potrebbero costituire una prima indicazione sommaria sulle cause di morte della mamma di Benno. La notizia, non è stata confermata ufficialmente dalle autorità competenti ma si tratta di segni evidenti rilevati sul cadavere e che potrebbero dunque ricondurre ad un omicidio per strangolamento. Si tratta però di una prima valutazione, del tutto provvisoria emersa a conclusione dell’ispezione cadaverica effettuata dagli inquirenti in attesa di procedere alla vera e e propria autopsia già disposta dagli inquirenti ed affidata, almeno per il momento, al dottor Dario Raniero dell’Istituto di Medicina legale di Verona. I tempi, però, rischiano di non essere velocissimi perché spetta alla difesa decidere se chiedere (entro tre giorni) di procedere con incidente probatorio o meno. Se si procederà con incidente probatorio sarà la giudice Carla Scheidle che dovrà nominare il perito. In questo caso Procura e difesa avranno la possibilità di nominare dei propri consulenti. Nel frattempo il corpo di Laura Perselli è stato congelato per la conservazione totale anche di tutti i liquidi organici. Nel momento in cui verrà decisa la data dell’esame autoptico saranno necessari due giorni per procedere allo scongelamento del cadavere. I tempi, come detto, rischiano pertanto di non essere molto stretti.

Il risultato dell’autopsia rischia comunque di essere molto importante, se non addirittura decisivo. È quanto ha sottolineato ieri mattina l’avvocato Flavio Moccia, dopo l’ennesima visita in carcere a Benno Neumair. «Sono convinto - ha detto il legale - che all’esito dell’autopsia si modificherà il quadro indiziario a carico di Benno». Parole criptiche, per il momento di difficile interpretazione. Ma il legale anche ieri ha voluto sottolineare lo stato di presunta prostrazione del giovane, in carcere con l’accusa di essere l’assassino dei propri genitori. «Anche se era difficile - ha detto l’avvocato Moccia - c’era un’ intima speranza di trovarli ancora in vita, anche se ormai era abbastanza inverosimile». Per questo pomeriggio alle 15 è intanto fissata l’udienza davanti al tribunale del riesame. La difesa di Benno mira ad ottenere l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere che fa riferimento al pericolo di fuga, di inquinamento prove e di reiterazione del reato. Contestualmente gli avvocati Moccia e Polo hanno promosso un ricorso in Cassazione contestando la legittimità del provvedimento di fermo, in seguito convalidato. Nel frattempo iniziano a farsi strada le prime perplessità sulla reale imputabilità di Benno in considerazione dei disturbi di natura paranoide che aveva evidenziato nel luglio dello scorso anno in una crisi sfociata in un furibondo litigio con la fidanzata dell’epoca. Benno fu trasferito in un reparto psichiatrico ospedaliero e dimesso dopo alcun giorni ma con la raccomandazione di farsi curare. In realtà non entrò mai in terapia. Ma può una persona (qualora si tratti di Benno) risultare parzialmente o totalmente inferma di mente sotto il profilo forense (dunque non in grado in tutto o in parte di intendere e di volere) anche se ha dimostrato una perfetta lucidità nel pianificare e portare a compimento (in un lasso di tempo piuttosto prolungato) il suo piano criminale? Abbiamo girato la domanda al professor Guglielmo Gulotta (già intervenuto a Bolzano ed in ambito nazionale per altri casi delicati), avvocato e professore di psichiatria forense. «Sono al corrente che al momento tutti gli indizi convergono sul figlio Benno - dice - ma se io dovessi occuparmi del caso cercherei di ottenere una perizia psichiatrica basata sulle neuroscienze. A Como abbiamo ottenuto che ad una donna accusata di aver ucciso la sorella e di aver tentato di uccidere i propri genitori i giudici abbiano riconosciuto la semi infermità mentale, nonostante la Procura avesse chiesto la condanna all’ergastolo. Nel corso della perizia è infatti emerso che l’imputata nella parte frontale del suo cervello soffriva di anomalie che rendevano per lei difficile controllare delle pulsioni». Come spesso accade potrebbero essere le esperienze del vissuto ad avere avuto un ruolo nella tragedia che ha travolto la famiglia Neumair. «Può accadere che emergano degli aspetti che solo dopo determinati eventi possano essere considerati dei segnali importanti o allarmanti - dice il professor Gulotta - In questo caso tutti gli indizi portano ad un ragazzo abituato ad investire molto sul suo corpo. Uno stile di vita che interessa molti giovani che frequentano assiduamente le palestre. Dunque non basta basarsi sul facile attributo del narcisismo per inquadrare il caso sotto il profilo psico patologico. Se è vero che ha subìto un ricovero coatto in psichiatria in Germania, bisognerà verificare il nesso tra quanto successo allora e quanto accaduto ora. Sempre che si dimostri che il colpevole è lui. Perché non dobbiamo, come diceva Cesare Beccaria, anziché cercare le prove nei fatti, cercarle nel preteso colpevole».













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