alto adige

Lavoro, sei giovani altoatesini su dieci sono precari

Sempre più diffuso l’impiego a tempo determinato. Oltre agli under 25 colpiti soprattutto donne e immigrati non Ue


di Davide Pasquali


BOLZANO. In Alto Adige sempre più lavoratori sono precari. Attualmente il 26% degli altoatesini lavora a tempo determinato. Ma la peggio tocca ai giovani, alle donne e ai lavoratori stranieri non Ue. In particolare gli under 25 con lavoro precario costituiscono il 65,8% delle donne lavoratrici e il 57,4% degli uomini. Sono i dati, decisamente drammatici, forniti dalla Provincia ai Freiheitlichen, che avevano presentato al riguardo una lunga serie di interrogazioni in consiglio provinciale. Il brutto è che la situazione è in via di peggioramento.

Negli ultimi due anni, i Freiheitlichen hanno inviato in Provincia quattro interrogazioni sul lavoro. Innanzitutto, dai dati forniti dalla giunta provinciale si evince che i precari sono saliti dal 24,5% del 2008 al 25,9% del 2014. Si sono poi forniti i dati sui precari con età inferiore ai 25 anni. Se nel 2008 i precari giovani erano il 48,2% dei maschi e il 56,6% delle donne, nel 2014 la quota maschile era salita al 55,6% e quella femminile addirittura al 64,4%. Sotto i 35 anni la situazione era un poco migliore, ma comunque preoccupante. Se nel 2008 gli under 35 maschi non occupati rappresentavano il 32,1% nel 2014 erano saliti al 37,2%. Per quanto riguarda le donne under 35 con lavoro precario erano salite dal 42,5% al 47,5% del totale.

Ancora peggio, e fa anche piuttosto specie che a renderlo noto siano i Freiheitlichen, è andata agli immigrati non Ue. Se nel 2008 i lavoratori extracomunitari precari costituivano il 33,9% del totale, nel 2014 erano saliti al 37,4%.

I dati fino al 2014, già piuttosto preoccupanti, sono poi stati confermati dalle ultime tre interrogazioni presentate dai Freiheitlichen nei mesi scorsi.

Secondo i dati forniti dall’assessore provinciale Martha Stocker, la quota totale di lavoratori precari è salita, anche se non di moltissimo. Si è passati dal 25,9% del 2014 al 26% del 2016. Per quanto riguarda gli under 25, la situazione è peggiorata di più. Se nel 2014 il 55,5% degli uomini e il 64,3% delle donne avevano un lavoro precario, ora siamo saliti al 57,4% per gli uomini e al 65,8% per le donne.

Per quanto riguarda invece gli under 35 anni, se nel 2014 il 37,4% degli uomini e il 47,4% delle donne erano lavoratori precari, ora la quota di dipendenti non stabili è leggermente scesa. Stiamo parlando del 35,8% per quanto riguarda gli uomini e del 43,2% per quanto riguarda le donne.

Peggio, anzi decisamente peggio, è andata invece ai lavoratori non appartenenti all’Unione europea: se nel 2014 la quota di lavoratori stranieri non Ue con condizioni precarie di lavoro assommava al 37,3% nel 2016 siamo saliti addirittura al 43,8%.

Per quanto riguarda la Provincia, la spiegazione principale della precarietà del lavoro in Alto Adige risiederebbe principalmente nella stagionalità degli impieghi tradizionalmente legati alla nostra terra, ossia l’agricoltura e il turismo. Dove è ovvio che raccoglitori di mele lavapiatti e camerieri non vengano assunti a tempo indeterminato ma a stagione. Nei prossimi anni, dunque, la Provincia non si attende peggioramenti consistenti.

Molto preoccupati si sono invece detti i Freiheitlichen. Perché se un quarto della popolazione in età da lavoro è precaria e se circa sei giovani su dieci non hanno un lavoro stabile e sicuro, nessuno può permettersi il lusso di criticare i mammoni che vivono a casa fino a trent’anni con la famiglia d’origine. Altro che bamboccioni. Perché le banche non concedono mutui per comprare casa. E se non hai casa non puoi avere figli. E se qui non ci sono possibilità, ovvio che i cervelli fuggano altrove.













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