A vuoto due gare per 108 milioni, Bolzano si rivolgerà alla Cassa Depositi controllata dallo Stato

Le banche «scaricano» la Provincia

Niente prestiti per treni e caserme: troppo rischioso scendere sotto il 3%


Mirco Marchiodi


BOLZANO. Con tassi e spread in altalena, anche prestare soldi alla Provincia diventa un rischio. Evidentemente troppo alto, visto che 20 banche, tra cui tutte quelle locali, hanno deciso di non concedere i crediti per trasformare le caserme in alloggi e acquistare 8 nuovi treni. Se finora la stretta sui crediti aveva interessato soprattutto le imprese e in particolare quelle più piccole, ora anche la Provincia, nonostante il suo rating superiore a quello nazionale, fa fatica a trovare fondi freschi sul mercato bancario. Un anno fa, l'agenzia provinciale per lo sviluppo sociale ed economico Asse aveva ottenuto un maxi-mutuo da 122 milioni relativo alla costruzione dell'inceneritore. All'epoca la Provincia aveva ancora un rating da tripla "A" e sembrava che il peggio della crisi fosse ormai alle spalle. Per accaparrarsi quel finanziamento, la lotta tra banche era stata all'ultimo sconto, tanto che alla fine il tasso offerto dal pool di 8 banche che si aggiudicò la gara (tra cui anche le quattro maggiori a livello locale: Carispa, Popolare, Raiffeisen e Btb) per il finanziamento a 19 anni fu di appena il 2,5%. Da allora sono passati appena dodici mesi, eppure è cambiato tutto. La Provincia ha perso la tripla "A" (ma l'Aa3 resta comunque un indice di affidabilità molto elevato, superiore anche a quello nazionale), l'Italia sta lottando per salvarsi e le turbolenze sui mercati finanziari sono più forti che mai. Risultato: quando Asse ha chiesto due nuovi finanziamenti (entrambi garantiti dalla Provincia), non c'è stata neanche una banca disposta a prestarle i soldi. Il primo prestito era quello relativo ai lavori per trasformare le caserme in alloggi. Attraverso un apposito bando di gara, la Provincia ha chiesto 50 milioni. Alla gara sono state invitate 20 banche: 8 locali, 8 nazionali e 4 estere. L'unica condizione era quella di battere l'offerta della Cassa Depositi e Prestiti, l'operatore di riferimento per i finanziamenti degli enti pubblici controllato al 70% dallo Stato e partecipato per il 30% restante da un gruppo di fondazioni bancarie. Sarebbe bastato scendere di poco sotto il 3%, ma nessuna delle banche invitate ha voluto rischiare e a nulla è servito prolungare la scadenza del bando di un mese. Stesso destino per la manifestazione di interesse indetta sempre da Asse per trovare i 58 milioni necessari per acquistare gli otto nuovi treni Flirt che saranno impiegati in Venosta e Pusteria. Anche qui 20 banche invitate e nessuna risposta, con Asse costretta ancora una volta a chiedere i soldi alla Cassa Depositi e Prestiti. Banche altoatesine senza più soldi? In realtà, non sembrerebbe un problema di liquidità (gli istituti di credito locali da questo punto di vista rispettano già in gran parte i requisiti di Basilea 3), quanto di calcolo del rischio: troppo volatili i mercati finanziari e i tassi di interesse per scendere sotto il 3%, anche se a chiedere il prestito è la Provincia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

l’editoriale

L’Alto Adige di oggi e di domani

Il nuovo direttore del quotidiano "Alto Adige" saluta i lettori con questo intervento, oggi pubblicato in prima pagina (foto DLife)


di Mirco Marchiodi
la promessa

Kompatscher: «Adesso basta: stop a case costruite per i turisti» 

L’emergenza abitativa. La risposta del governatore ai sindacati: «Gli alloggi nelle nuove aree convenzionate solo per residenti stabili». I rappresentanti dei lavoratori: «La zona di ponte Roma resti produttiva». Il sindaco: «Bisogna ampliarsi nei centri limitrofi»


antonella mattioli

Attualità