Le commesse bolzanine dal Papa «No ai negozi aperti la domenica»

Delegazione a Roma: «I festivi devono essere dedicati alla famiglia, massimo 12 aperture l’anno» L’allarme per il contratto nazionale scaduto: «Vogliono toglierci anche la maggiorazione domenicale»


di Davide Pasquali


BOLZANO. Dopo l’altoatesina Allenza per la domenica libera dal lavoro, adesso in regione si è attivato anche il movimento Domenica No Grazie, sezione altoatesino-trentina di una associazione che nell’intero Paese sta mobilitando migliaia di persone e che ha elaborato una proposta di legge popolare sottoscritta da 150 mila italiani, in questi giorni in discussione in parlamento. Nei giorni scorsi una delegazione del movimento è stata ricevuta in Vaticano, per perorare la causa. «Abbiamo avuto la fortuna di poter parlare con il segretario di Stato Vaticano monsignor Pietro Parolin - racconta la responsabile regionale del movimento, Silvia Ebben - al quale abbiamo esposto il nostro punto di vista di commesse, mogli, madri e soprattutto donne. Abbiamo parlato a nome di tutti i lavoratori del commercio d'Italia, consegnando alcune lettere scritte da chi la vita del commercio la vive da dentro e non decide semplicemente da "fuori" cosa bisogna fare per uscire dalla crisi».

All’incontro pubblico con papa Franscesco commesse e commessi si sono presentati con delegazioni provenienti da tutta Italia, in testa un mega striscione per ribadire il concetto: giù le mani dalla domenica.

Racconta uno degli altoatesini, che preferisce l’anonimato per non avere problemi con il proprio datore di lavoro: «Siamo scesi a Roma per conoscere il Santo Padre e per esporre la questione a lui, che da molto tempo ci sostiene nella nostra lotta contro la selvaggia apertura domenicale, che per quasi tutti i commessi ha significato una perdita di vita sociale e familiare. Molti hanno accettato tutto questo a malincuore. Altri invece hanno deciso di lottare. Tiziana D'Andrea fra tutti ha dato vita a Domenica No Grazie Veneto già da qualche anno. Il nostro gruppo, Domenica No Grazie Trentino Alto Adige, invece, è nato da poco, ma non per questo ha meno importanza. Anzi, a livello regionale stiamo cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica anche con l'aiuto della diocesi di Bolzano, del vescovo Ivo Muser e di altri organisimi che affiancano la nostra "lotta" come "L'alleanza per la domenica libera"».

La pagina Facebook del movimento locale conta già 350 “mi piace”. «Si sono già presi contatti con l’onorevole Ebner». E si sostiene l’iniziativa legislativa popolare in questi giorni in parlamento. Massimo 12 domeniche lavorate l’anno, con poche deroghe possibili, ma secondo un iter preciso: 15 giorni prima con richiesta scritta, in carta bollata ecc. ecc. «Siamo senza contratto dal 31 dicembre scorso. Sindacati e governo stanno trattando, ma pare si voglia arrivare ad eliminare la maggiorazione domenicale. Non siamo d’accordo».

Soprattutto, «come donne e madri, cosa ce ne facciamo del giorno libero il mercoledì, quando i nostri figli stanno all’asilo? In Austria, i negozi la domenica sono chiusi. In Germania pure. Vogliamo lo stesso anche noi».

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