Lega, la Svp non vuole accordi politici 

Forte l’ipotesi di giunta tecnica. Kompatscher: «Sceglieremo con i nostri valori». Il Pd rilancia: patto anche sulle europee


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Lo si può chiamare contratto di governo, giunta tecnica o etnica: il senso è che la Svp potrebbe chiamare in giunta la Lega senza stringere un patto politico di coalizione, ma solo un accordo su alcuni obiettivi di legislatura. Per chi guarda dall’esterno potrebbe cambiare poco, un assessore della Lega è un assessore della Lega, ma è questa una delle ipotesi più forti su cui stanno ragionando nella Svp. Lunedì la Parteileitung deciderà quali partiti invitare al secondo giro di consultazioni, dopo i colloqui di sabato scorso con tutti i gruppi entrati in consiglio provinciale. Questa settimana sarà dedicata al lavoro interno. L’Obmann Philipp Achammer sarà assente per alcuni giorni di ferie. Territori e correnti della Svp saranno impegnate in una serie di riunioni, da cui usciranno valutazioni sul voto, eventuali prime idee per gli assessori e un indirizzo sui partner. Sedute convocate, tra le altre, dall’ala sociale, dal Bezirk del Burgraviato (ieri sera), dalla Venosta e dalla Pusteria. Il secondo giro di consultazioni dovrebbe essere ridotto alla Lega, ai Verdi e al Pd. Più difficile il Team Köllensperger, che al momento non ha alcun eletto italiano.

IL PRESIDENTE KOMPATSCHER. Chiarisce Arno Kompatscher: «Adesso tutti escono con veti e contro veti e ci tirano per la giacca. La Svp ha ottenuto il 41 per cento dei voti, molto più del doppio del secondo partito (il Team K, ndr). Il partner di governo verrà scelto sulla base dei temi che la Svp ha portato in campagna elettorale e su cui ci confronteremo al nostro interno: Europa, convivenza, autonomia, sanità, trasporti... Chi è più indicato per collaborare su questa piattaforma? Chi ci sta? Ci sono più ipotesi in campo, non ci faremo dettare la soluzione dai veti, sicuramente non ci faremo deviare dai valori del nostro partito». Di più non dice.

IPOTESI LEGA. I numeri giocano a favore della Lega, come pure i rapporti con la nuova giunta trentina, il governo (il tema A22 è urgente), i presidenti di Veneto e Friuli Venezia Giulia, la sintonia su alcuni temi. Tra i «contro» c’è la pesantissima divisione tra Svp e Lega sull’idea di Europa. Politicamente è uno scoglio di prima grandezza per una forza iper europeista. Ecco perché nella Svp si dà ormai per scontato che non sarà praticabile alcun accordo politico con il partito di Salvini, che a breve inizierà la campagna elettorale per le europee come partner del movimento sovranista. Se gli equilibri interni della Svp decideranno di chiamare la Lega, la proposta quasi sicuramente sarà di giunta tecnica, o «etnica». Due assessori leghisti, ma nessun patto di coalizione. Il punto è, la Lega accetterà questa sorta di artificio politico? Altro punto di domanda, come verrebbe gestita la ricandidatura di Herbert Dorfmann (o altri) alle europee? Tra i pochi che parlano ufficialmente, ieri un post di Martin Ausserdorfer, sindaco di San Lorenzo di Sebato, influente nel partito, che cita i buoni giudizi su Massimo Bessone nel consiglio comunale di Bressanone, il clima positivo attorno a Renato Stancher, a lungo osteggiato, l’importanza di avere una assessora di lingua italiana e il pericolo di conflitti con il governo. Non è un endorsement per la Lega, ma si avvicina (tra i like, la deputata Renate Gebhard, Ingo Dejaco, collaboratore di Achammer, e l’imprenditore-commercialista Heinz Peter Hager).

PD E VERDI. Sempre per «attenuare» l’eventuale alleanza con la Lega, la Svp ha sondato il Pd su questo schema: giunta tecnica con il Carroccio e vice presidenza del consiglio provinciale affidata a Sandro Repetto (Pd). La risposta è un «no» non negoziabile.

«La Svp dovrà fare una scelta. Non accetteremo alcuna forma di collaborazione con la Lega», ribadiscono Repetto e il segretario provinciale Alessandro Huber. Il Pd chiede alla Svp di proseguire la collaborazione di governo, allargandola a Verdi o Team Köllensperger, visto che il solo eletto non è sufficiente. I Verdi da parte loro non accettano il ruolo di «tappabuchi» del Pd e spingono per il loro ingresso in giunta «per una politica basata su convivenza e spirito europeo». Visto che l’Europa è il nodo tra Svp e Lega, il Pd ha messo sul tavolo delle trattative un nuovo accordo per la candidatura alle europee di Dorfmann. «Il Pd nazionale mi ha autorizzato a parlare anche di questo», conferma Huber. Nonostante la crisi di voti, il Pd accetterebbe l’accordo con la Svp, che comporterebbe la cessione alla Svp di uno dei pochi seggi che (in base ai sondaggi) verranno conquistati nel nordest alle europee di maggio.

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