Lo Sport bar rinuncia alle slot-machines

Il proprietario Alex Girardi: «Avevamo la licenza statale, sarebbero venuti tutti qui. Ma noi facciamo dietrofront»


di Fabio De Villa


BRESSANONE. Continua senza sosta la serrata delle slot nei bar cittadini e i primi risultati dopo il fatidico termine del 15 dicembre non sono tardati ad arrivare. La città vescovile, al contrario del capoluogo, ha dato il buon esempio e su 12 locali in dotazione ben 10 hanno rispettato il termine e tolto dai propri esercizi le tanto discusse macchinette. Ma non è tutto, perché dove non è arrivata la lunga mano della legge comunale ci hanno pensano i singoli cittadini.

Un caso eclatante è emerso nei giorni scorsi a Bressanone e riguarda la ben più complicata situazione per quei locali che hanno ufficialmente la licenza statale di gioco, sale scommesse e videolottery: in città se ne contano ben cinque: Tonon, Harpf, bar Plose, Bar Centrale e lo Sport Bar, quest'ultimo in pieno centro storico. Locali che godono di un regolare permesso statale che permette loro di tenere le slot all'interno dei propri locali, indipendentemente dal fatto che si trovino in prossimità di zone sensibili come scuole, centri giovanili o altro.

Vista l'impossibilità del Comune e della Provincia di mettere mano su questo tipo di licenze ci ha pensato uno dei proprietari delle mura in questione a fare “pulizia”.

Alex Girardi, brissinese e proprietario dell'hotel Tallero nonchè dell'unico centro scommesse del centro storico di via Mercato Vecchio, ha preso a cuore la drammatica situazione attuale che ha portato in molti alla dipendenza da gioco. Da qui la decisione di mettere la parole fine, disdettando l’affitto dei suoi locali entro la fine dell'anno appena passato. Così facendo, la sala scommesse dello Sport Bar e le sue slot frequentare giornalmente da dozzine e dozzine di assidui giocatori hanno chiuso i battenti il 31 dicembre.

“Come proprietario dei muri ho fatto questa scelta pur sapendo di rischiare qualcosa – racconta Girardi - con la rimozione forzata delle slot negli altri bar della città infatti, molti giocatori si sarebbero riversati nel mio locale dove invece la licenza era valida a tutti gli effetti e gli introiti sarebbero saliti vertiginosamente. Tutto ciò per me è ininfluente: ho preferito rischiare e puntare su una rivalutazione della zona per cercare di arginare il fenomeno della dipendenza da gioco che vedo prendere sempre più piede anche nelle nostre vallate, soprattutto fra i più giovani e giovanissimi. Avere un locale del genere in pieno centro storico poi, oltre ad essere in netto contrasto con l'ambiente circostante è di forte impatto per il turismo locale che cerca di giraci alla larga da questo genere di realtà perché è in cerca di tutt'altro”.

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