Bolzano

Martiri del 3 maggio, la lapide “seppellita” dai cassonetti 

In via Siemens. Per l’ennesima volta, nessun rispetto per la stele che ricorda due operai uccisi. I familiari delle vittime della strage in Zona chiedono da tempo che venga protetta



BOLZANO. È successo ancora una volta. nonostante le ripetute segnalazioni (e proteste) dei lavoratori della zona, delle famiglie delle vittime, dell’Anpi e di diversi cittadini, ancora una volta la lapide di via Siemens che ricorda Virgilio Lorenzetto e Romolo Re, due operai uccisi dai nazisti il 3 maggio 1945, è stata oltraggiata. Nascosta, sepolta dai bidoni dell’immondizia rovesciati, come se quel luogo bagnato da sangue e dolore non avesse alcun significato, e non dovesse essere protetto e preservato.

Questa incuria, questo menefreghismo, fanno ancora più male perché mancano meno di tre settimane al 76esimo anniversario della giornata che ha segnato per sempre la zona industriale di Bolzano. Quella stele è uno dei luoghi più importanti della memoria del 3 maggio 1945, che ha visto decine di morti tra gli operai delle fabbriche, e vite e famiglie spezzate per sempre.

Lorenzetto e Re, operai della Ceda, come decine di loro compagni, quel giorno si erano alzati all’alba per andare a presidiare gli stabilimenti. I tedeschi in rotta attraversavano a centinaia la città, in fuga verso il Brennero. Si temevano sabotaggi e furti. Quella mattina, intorno alle 7.30, i partigiani uccisero due ufficiali della Wehrmacht davanti alle Acciaierie.

Venne immediatamente ordinata una rappresaglia. I soldati tedeschi rastrellarono le fabbriche. Ci furono esecuzioni sommarie nei cortili e nelle strade, poi la strage al muro della Lancia. Re e Lorenzetto vennero catturati davanti alle distillerie federali (oggi via Siemens).

Una delle pagine più buie della storia della nostra città. Una vicenda rimossa, se non fosse per le targhe messe dagli operai nell’immediato dopoguerra sui luoghi delle esecuzioni.

A tenere viva la memoria di quel giorno, sono i figli e i nipoti delle vittime, che - da tempo - chiedono una lapide con i nomi e cognomi di tutti i morti e i feriti, in un luogo dignitoso dove si onori il ricordo con il dovuto rispetto.













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