L'omicidio di Brunico

Maxim Zanella, un’agonia di due minuti 

Il dottor Raniero ha depositato l’elaborato finale sull’autopsia. La coltellata mortale fu molto violenta, colpì la vittima dall’alto verso il basso, lesionò la giugulare interna sinistra perforando anche la pleura provocando anche una insufficienza respiratoria


Mario Bertoldi


BOLZANO. Un’agonia di un paio di minuti caratterizzata non solo da un rilevante shock emorragico ma anche da una marca insufficienza respiratoria. Così è morto nel suo appartamento di Brunico la notte del 27 luglio dello scorso anno Maxim Zanella, ucciso da una coltellata infertagli con violenza da Oskar Kozlowski, giovane polacco che riteneva suo amico. E’ quanto si legge nell’elaborato finale del dottor Dario Raniero del servizio di medicina legale dell’Università di Padova.

La perizia necroscopica ha anche accertato che il colpo di coltello è stato inferto dall’alto verso il basso andando a lesionare irreparabilmente la vena giugulare interna sinistra e anche la pleura, la membrana che ricopre i polmoni. In pochissimi minuti Maxim Zanella ha dunque perso molto sangue a seguito dell’emorragia interna ma, col passare dei secondi, sarebbe stato anche colpito da una notevole difficoltà a respirare.

Dall’elaborato del dottor Raniero emerge anche che Maxim Zanella, in un disperato tentativo di fermare l’emorragia, avrebbe cercato di tamponare la ferita utilizzando dei fazzoletti di carta. Nell’appartamentino della vittima ne sono stati trovati diversi abbandonati sul pavimento, tutti intrisi di sangue.

L’elaborato finale sull’autopsia ha anche ufficialmente evidenziato un particolare che era già emerso e cioè che Maxim Zanella venne colpito dal conoscente in maniera del tutto inaspettata e molto violenta. Oskar Kozlowski lo colpì con un unico fendente risultato mortale. Sulle mani e sulle braccia di Zanella non è stata trovata alcuna traccia di possibili ferite da difesa. Un particolare che secondo gli inquirenti escluderebbe anche l’ipotesi dell’improvviso litigio con colluttazione tra vittima e omicida.

In altre parole Maxim Zanella sarebbe stato colpito dall’amico improvvisamente e a tradimento. Mentre Oskar Kozlowski abbandonava frettolosamente l’appartamento, Zanella avrebbe avuto il tempo per una trentina di secondi di rendersi conto della gravità della ferita, tentando di tamponare la perdita di sangue pensando di chiedere aiuto al pronto soccorso. In realtà non ne ha avuto il tempo. Ora il giovane omicida, su richiesta della Procura della Repubblica, tornerà davanti al giudice sarà sottoposto a perizia psichiatrica.

L’appuntamento davanti al giudice per l’affidamento dell’incarico è stato confermato per il 21 febbraio.Il perito è già stato individuato: sarà il dottor Josef Schwitzer di Bressanone affiancato dal dottor Fabio Bonadiman. Si tratta di un passaggio delicato dell’inchiesta in quanto dalla valutazione delle condizioni psichiche dell’imputato al momento dell’omicidio dipenderà anche la stessa imputabilità o meno del giovane polacco.

Nel frattempo Oskar Kozlowski è sempre in custodia cautelare in carcere e non ha ancora fornito alla Procura un movente certo della tragedia. Restano iscritti sul registro degli indagati anche i quattro amici finiti sotto indagine per favoreggiamento. L’altro giorno nel corso di un’udienza lampo sono state individuate le intercettazioni più significative delle forze dell’ordine soprattutto in relazione al telefono cellulare gettato nella Rienza e fatto sparire la notte del dramma.













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