sanità

Medici di base, 73 posti vuoti. Si va verso nuovi contratti 

L’Asl pubblica l’elenco degli incarichi vacanti per il 2024: solo a Bolzano ne mancano 12. La Provincia vuole “assumere” gli specializzandi. Ma c’è agitazione: «Siamo liberi professionisti»



BOLZANO. La crisi dei medici di famiglia è serissima. In Alto Adige ne mancano 73. Numeri che compaiono nell’elenco appena pubblicato dall’Asl con gli incarichi vacanti per il 2024.

I problemi maggiori si registrano a Bolzano, dove mancano 12 professionisti, ad Appiano (4), tra media ed alta Venosta ne mancano 10, in alta Val d’Isarco (6), a Bressanone (4), in valle Aurina (4), a Brunico (5) e tra alta Pusteria e Marebbe, Badia, Corvara altri 5. 

L’immagine del medico di famiglia deve essere rivalutata - incalzano i sindacati - ed il suo lavoro scaricato di burocrazia e reso più attraente.

E in un momento delicato come questo la volontà, da parte della Provincia, è quella di modificare il rapporto che lega i medici che frequentano il corso triennale di formazione specifica in Medicina generale all’Azienda sanitaria ed all’assessorato stesso.

Per rendere la professione più attraente. Oggi i medici in formazione percepiscono una borsa di studio. Finiti i tre anni diventano liberi professionisti e prestano il loro servizio all’Asl, in convenzione. Ma la Provincia vorrebbe di più. Vuole legare i medici in formazione all’Azienda attraverso un contratto di lavoro (come succede per tutti gli altri specializzandi), così da coinvolgerli maggiormente nell’attività di reparto, insegnando loro ad assumersi crescenti responsabilità.

La questione è emersa a fine febbraio alla riunione del comitato tecnico-scientifico della formazione specifica in Medicina generale. La Provincia ha annunciato di lavorare alla riforma della formazione e della relativa base giuridica: «Il progetto deve essere portato avanti in stretta collaborazione con le varie parti interessate (Asl, Istituto di medicina generale Claudiana, ecc.) e deve ovviamente essere chiarito anche a livello statale. Si prevede di trasformare la formazione in un’attività a contratto di formazione (con l’introduzione di un rapporto di lavoro con il Servizio sanitario e la contemporanea copertura pensionistica per i medici), come avviene per i medici in formazione specialistica». 

Il grande timore degli interessati è che si tratti di un primo pericoloso passo, che potrebbe anche portare i medici di famiglia a diventare di fatto, a tutti gli effetti, dipendenti Asl. 

Questione che rischierebbe di aprire la strada a ricorsi, perché contraria alla normativa nazionale. Ma c’è di più. 

I medici temono che così facendo vengano mano i versamenti all’Enpam, Ente nazionale di previdenza e assistenza medici.

«Non siamo dipendenti - dicono i diretti interessati, che non vogliono apparire sul giornale - assolutamente no. Siamo legati all’Azienda sanitaria da un rapporto di convenzione, siamo liberi-professionisti convenzionati. Questo significa che paghiamo le tasse, dobbiamo pagarci tutte le spese dell’ambulatorio, comprese in gran parte anche quelle per il personale e quando andiamo in vacanza il sostituto. Ma nonostante tutto, vogliamo restare liberi professionisti e non vogliamo diventare dipendenti Asl». Da parte sua, l’assessore Hubert Messner, ha detto e ripetuto che vuole abbattere le liste d’attesa e per farlo deve avere l’aiuto dei medici di famiglia. «Senza di loro, senza una diversa organizzazione, non ce la possiamo fare. Dobbiamo poter offrire ai medici personale di segreteria, assistenti e attrezzature diagnostiche ecc. Dobbiamo ascoltare le richieste dei giovani e puntare di più sulla Medicina di gruppo (ambulatori associati). Stiamo andando a realizzare 10 nuove case di comunità che possiamo pensare di "riempire" anche così», ha detto.

A latere va ricordato che nella bozza del nuovo disegno di legge «Semplificazioni» vengono aumentati i servizi che saranno offerti ai cittadini in farmacia. 

E ci sarà anche la possibilità di scegliere il proprio medico di famiglia o pediatra. V.F.













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