Merano Arte, l’affitto della sede espositiva costerà 240 mila euro

Finita l’ospitalità gratuita da parte della Cassa di Risparmio Il “conto” verrà pagato dalla Provincia e dal Comune


di Giuseppe Rossi


MERANO. Dopo quanto avvenuto per il Museo della donna ospitato a spese del Comune di Merano nei locali di piazza del Grano di proprietà della Banca Popolare, un altro istituto di credito cittadino cambia strategia nella gestione di strutture culturali.

Stiamo parlando della Cassa di Risparmio e del suo rapporto con Merano Arte, galleria d'esposizione che fino a oggi era ospitata a spese di Sparim spa (la società che gestisce tutte le proprietà immobiliari della banca) nei locali tra via Portici e la via Cassa Risparmio. A partire dal primo gennaio l'ospitalità non è di fatto più gratuita, ma per restare in quei locali Merano Arte dovrà pagare 240 mila euro.

L’importo non è ancora definitivo e il Comune, attraverso un incarico di stima, spera di ridurlo di almeno 20 mila euro. Non sarà però Merano Arte direttamente (non sarebbe in grado di farlo l'associazione) a pagare Sparim, ma il pagamento avverrà attraverso un contratto che disciplina un diritto di usufrutto accettato dalla Provincia e dal Comune di Merano.

Risultato: la Provincia verserà alle casse del Comune di Merano un contributo di 200 mila euro, che, a sua volta, l’amministrazione comunale dovrà integrare con l’aggiunta di altri 20/40 mila euro. La durata del contratto pattuita è di sei anni.

Merano Arte, è bene ricordarlo, è un'associazione che gestisce la galleria espositiva di via Portici e che organizza eventi artistici finanziati per gran parte dalla mano pubblica. Il solo Comune di Merano, nuovi oneri in arrivo a parte, per il 2014 ha versato nelle casse della galleria d'esposizione la cifra di 95 mila euro.

Fa specie ricordare che proprio il Comune di Merano, la scorsa primavera, quando sembrava che i tagli alla finanza pubblica in arrivo da Bolzano non potessero essere coperti con i dividenti di Azienda energetica, aveva ipotizzato per risparmiare quattrini la chiusura anticipata del contratto di locazione con la Banca Popolare per l'affitto dei locali che ospitano il Museo della donna o quanto meno la revisione al ribasso del canone di affitto pagato.

In questo nuovo caso, il percorso è esattamente il contrario: si assumono nuovi impegni a pochi mesi dall’inaugurazione e dall’apertura del museo civico a palazzo Mamming, traguardo tagliato dopo dieci anni di cantiere aperto in piazza Duomo, che comunque comporterà un nuovo capitolo di spesa, e non di poche migliaia di euro, per le casse comunali.

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