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Merano, via Mainardo assediata dai vandali e dai topi

I commercianti protestano: la strada che continua i Portici è troppo trascurata. Marchiò: «Riqualificazione urgente». Ziller: «Questo posto merita di meglio»


di Rosario Multari


MERANO. La portata e la vivibilità di via Mainardo sono limitate rispetto al loro potenziale. Su questo punto convergono le opinioni dei direttori delle attività lungo il suo corso, chi quotidianamente contribusce alla vita attiva della via e, con la stessa frequenza, si è ritrovato a dover fronteggiare atti di vandalismo, scarso controllo della vita notturna e promesse a tempo indeterminato.

La "Merano bella" Pietro Santoni la racconta con una certa fierezza. L'ex direttore della Trattoria del Santone arriva con la memoria a 55 anni fa quando sull'autostrada, nello specchietto retrovisore dell'auto, Milano si allontanava sbiadita dal fumo delle marmitte e, al di là del parabrezza, Merano si presentava come oasi naturale. Arriva alla fine degli anni '90, il ricordo della "Merano bella, quando ad agosto bisognava cacciare i clienti dal locale, perché non c'erano più posti a sedere", mentre ora vengono ugualmente allontanati, ma per risse e schiamazzi.

Tra gli esempi più attuali c'è l'ordinanza di chiusura della discoteca Dolce Vita, dove l'ultima delle ricorrenti azzuffate finiva con un coltello sporco di sangue e una denuncia in questura. In merito alla questione, si è espresso il fotografo Claudio Ziller, titolare di Foto 2000: «Le discoteche non dovrebbero risiedere nel centro storico. Gli orari di apertura arrivano fino alla mattina presto e i residui delle feste si accumulano di fronte alle attività. Sarebbe corretto spostarle in periferia, in modo che chi abita qui intorno abbia la possibilità di riposare e stare più tranquillo».

La responsabilità, più che essere in mano ai gestori, è dei pochi che a causa delle loro azioni hanno rovinato la festa a tutti. Anche dopo la chiusura del Dolce Vita, infatti, i vandali hanno continuato ad agire indisturbati nelle ore notturne, prendendo di mira il negozio di arredo e oggettistica Bertolazzi: «Di recente alcune persone hanno sradicato le luci decorative fissate attorno al negozio – dice Fabrizio Marchiò, titolare dell'attività –, poi hanno continuato buttando a terra il vaso a fianco all'entrata. Una mattina, mentre mi occupavo dell'apertura ho addirittura notato delle macchie di sangue sull'asfalto. La situazione sta diventando ingestibile e la riqualificazione promessa dal Comune per la zona pedonale unica tarda ad essere avviata».

Scrutando i dintorni, vicino all'entrata del nuovo centro commerciale – sempre in via Mainardo – si notano in fila delle trappole per topi: «Oggi ho trovato una pantegana morta vicino all'isola ecologica», continua Marchiò.

Secondo il progetto approvato dalla giunta comunale a maggio dell'anno scorso, la sede stradale della via in questione sarebbe dovuta essere innalzata a livello del marciapiede, pavimentata a cubetti e piastre di porfido. Di fatto, sarebbe dovuta apparire come ampliamento di piazza del Grano. Nonostante l'accordo sull'inizio dei lavori indicasse l'autunno passato, però, la zona pedonale unica è a tutti gli effetti ancora una promessa da mantenere.

«Via Mainardo merita di apparire ed essere curata come la vicina via Portici – continua Claudio Ziller –, per un degno collegamento dalla stazione ferroviaria al centro storico. Il lavoro dell'assessore Zanella è stato molto apprezzato, speriamo solo che il resto di ciò che era stato stabilito venga messo in pratica dal Comune».













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