Migranti, Alfano: l’Austria sta bluffando

Il ministro: «Finita la campagna elettorale termineranno gli annunci. Stiamo lavorando per fermare i barconi in Libia»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. «Prima o poi finirà la campagna elettorale in Austria e allora...»: allora gli austriaci si daranno una calmata avrebbe voluto aggiungere Angelino Alfano. Perché fino ad ora, nonostante le minacce del ministro Kurz di «alzare un muro» (mai alzato) e di Sobotka di «inviare i panzer» (mai inviati), è stata invece l'Italia «a garantire la sicurezza al Brennero, a rispettare gli accordi sui controlli a distanza e a lavorare duramente per evitare i flussi illegali». Insomma, parlando al fianco «dell'amico Arno» (come lo ha chiamato per tutta la visita) il ministro degli Esteri ha voluto porre Roma sul piano di chi parla poco e fa molto e Vienna di chi fa qualche volta il contrario perché preda di un clima pre elettorale abbastanza concitato.

Nei fatti, invece, i due Paesi «collaborano strettamente e rispettano gli accordi presi già nel maggio scorso quando ancora ero agli Interni». Il governatore a sua volta ha riconosciuto ad Alfano, alla Farnesina e a Gentiloni «di aver ottemperato alle intese bilaterali e tutti gli impegni assunti con l'Austria. Tanto che il Brennero non è un problema. Grazie ministro - ha aggiunto - anche per i controlli sugli arrivi posti in essere ben prima del confine. Che deve restare aperto come tutti gli altri confini interni dell'Europa perchè questo è il senso dell'Unione».

La giornata bolzanina di Angelino Alfano è iniziata con l'aereo un poco in ritardo al suo arrivo a San Giacomo dopo le 10.30 ma è proseguita senza più inciampi. Un successo. Anche perché, così è parso a molti, Arno Kompatscher sembra trovarsi molto più a suo agio con il ministro italiano, come empatia e interazione personale, che non con quelli austriaci, come Wurz e Sobotka nei confronti dei quali esiste una inevitabile condivisione "territoriale" ma anche pare emergere visibilmente un non più che tiepido formalismo di atteggiamenti. Ha preso due piccioni ieri, Alfano. Ha stretto ancor più l'intesa diplomatica sui migranti e sul nodo Brennero con la Provincia e ha teso la mano al sistema imprese altoatesino mettendo a disposizione «le nostre 200 ambasciate e consolati in 126 paesi del mondo per contribuire alla internazionalizzazione dell'export nazionale ma anche di quello provinciale». Aggiungendo: «Saranno i vostri uffici esteri». Il tutto è accaduto in Fiera alla giornata di «Italia per le imprese», un roadshow della Farnesina per mettere in contatto il sistema diplomatico italiano con gli imprenditori.

Tanto che è stata poi firmata una partnership tra ministero degli Esteri e Provincia per promuovere in sinergia l'internazionalizzazione delle aziende del territorio. Poi il colloquio a quattr'occhi con il governatore altoatesino a Palazzo Widmann, la visita alla Camera di Commercio e un pranzo al Pilhof con "amici di qui" tra cui l'ex assessora Ausserhofer. Ma non c’era bisogno di sedersi a tavola per sorridersi, tra Alfano e Kompatscher. La condivisione sul piano politico è stata quasi assoluta. Perché il ministro ha posto l'accento non solo sui controlli al confine ma anche sull'azione in Africa, a cui il presidente ha mostrato di tenere molto. «La settimana scorsa - ha detto Alfano - siamo stati in Libia. Il nostro impegno ora è lì. In funzione di una stabilizzazione che, da sola, potrà condurre all'obiettivo di non far più partire i barconi. Ma anche per creare, con la pace, un nuovo mercato libico per il nostro sistema di imprese. E sviluppando l'economia, sviluppare anche nuove intese diplomatiche».

Ma il problema è il Mediterraneo hanno detto gli austriaci... «Beh, qualcuno ci ha pensato anche prima di loro... Non è un’idea originale - ha sorriso - perché è la nostra da anni. Tuttavia il mare è una cosa complicata, ci sono dei doveri di salvataggio, dei diritti di chi chiede asilo. Com'è pure faticoso ma serio il lavoro che stiamo facendo con i Paesi dell'area subsahariana perchè l'obiettivo non è solo quello di non far partire i barconi ma anche di non far arrivare migranti in Libia».

Dunque, filtri e controlli al Brennero ma anche azioni diplomatiche in Africa: una doppia direttrice, la stessa sollecitata proprio pochi giorni fa da Kompatscher. «Su questo piano l'Italia fa quello che deve fare" ha riconosciuto il governatore accompagnandolo fuori dal suo ufficio dove hanno parlato anche di autonomia: «Il pressing corretto ma molto deciso di Arno, quando viene a Roma, mi porta a dire che l'Alto Adige e la sua specialità sono ben difesi», ha chiosato Alfano. Che ritiene «molto buoni i risultati in termini di autogoverno e competenze». L'amicizia è ribadita.

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