Mobilità, assessorato decapitato 

La Provincia. Berger rinuncia al ruolo di capo dipartimento: «L’accordo era un contratto part time, ma non è arrivato» Da pochi giorni anche il direttore della ripartizione Burger ha lasciato l’ufficio per affiancare Widmann alla Sanità



Bolzano. Un assessorato strategico rimasto (quasi) senza vertici dirigenziali. L’assessore Daniel Alfreider ha perso in pochi giorni due dei collaboratori più stretti. Venerdì Hermann Berger ha rinunciato all’incarico di direttore del dipartimento Infrastrutture e mobilità. Pochi giorni prima, come annunciato da tempo, il direttore della ripartizione Mobilità Günther Burger ha lasciato l’ufficio, per diventare il direttore del dipartimento Salute, banda larga e cooperative, chiamato dall’assessore Thomas Widmann.

Resta al suo posto, a fianco di Alfreider, Valentino Pagani, direttore della ripartizione Infrastrutture. La rinuncia di Berger al ruolo di capo dipartimento arriva nelle giornate che vedono gli uffici della Mobilità scossi per l’arrivo degli agenti di polizia giudiziaria: è stata acquisita documentazione all’interno della indagine sull’annullamento della gara da 962 milioni per l’affidamento decennale del trasporto extraurbano su gomma. Come trapelato nei giorni scorsi, la giunta della scorsa legislatura si trova sul registro degli indagati con l’ipotesi di accusa di calunnia in concorso. Nel registro degli indagati è stato iscritto anche Günther Burger, all’epoca direttore dell’ufficio mobilità, per presunto abuso d’ufficio e turbativa d’asta. Berger ha preferito allontanarsi da un assessorato diventato scomodo? L’interessato smentisce assolutamente. Va ricordato che Berger è l’ex segretario generale della Provincia con decenni di attività a fianco di Durnwalder. Con l’arrivo di Kompatscher era stato distaccato alla società dell’Areale ferroviario, da cui si era dimesso in estate perché «se non si riescono a fare bene le cose, è meglio andarsene». Ha accettato di rientrare in Provincia, perché Alfreider gli ha chiesto di fargli da braccio destro come direttore di dipartimento. Non ha funzionato e venerdì la sua uscita dalla Provincia è stata formalizzata. Così Berger spiega la rinuncia all’incarico: «Ho accettato di tornare in Provincia, ma avevo chiesto di lavorare solo con un part time al 50 per cento, per evitare incompatibilità con altri incarichi e per avere il tempo di dedicarmi a questi ultimi. Questi erano i patti, ma non si sono concretizzati». E l’indagine sulla gara? «Non è questa la ragione. La vicenda è vecchia. Al contrario, la mia sfida era proprio portare l’assessorato a una nuova gara ben fatta». Alfreider conferma: «Berger ci aveva chiesto un part time al 50%, ma il contratto per le posizioni apicali non lo consente. Abbiamo provato in tutti i modi. Speriamo di riuscire a proseguire la collaborazione con lui, anche se non come direttore di dipartimento».

Come viene gestito l’assessorato rimasto senza i vertici? Così Alfreider: «Deciderò a breve il sostituto di Berger e andrà bandito un concorso per la direzione della ripartizione Mobilità. Intanto va un grazie alle ottime collaboratrici degli uffici della mobilità, che stanno dando il massimo in un momento così critico». FR.G.

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