BOLZANO

Molestie e adescamenti, le trappole del web in piazza a Bolzano

La polizia ha illustrato in piazza Walther i rischi per i giovanissimi su Internet. Attenzione alle amicizie e a chi crea falsi profili solo per avvicinare i teenager


di Alan Conti


BOLZANO. Social Network. È la parolina magica che passa di bocca in bocca in ogni ambito professionale e sociale, figuriamoci tra chi con la tecnologia ci è cresciuto fin dalla culla: gli adolescenti.

È questo il cuore di un incontro organizzato ieri dalla polizia in piazza Walther con le scuole altoatesine alla presenza della polizia postale. «Una vita da Social» il titolo della manifestazione: un bell’evento scenografico, aiutato da un motorhome imponente che permette un giro d'orizzonte sui rischi per i giovanissimi connessi a questi sistemi di comunicazione. Nel dettaglio. «Da un punto di vista generale – analizza Ivo Plotegher, ispettore superiore della polizia postale – è cambiato il meccanismo nel dare e ottenere amicizia. Mentre le persone adulte tendono a stringere certi legami virtuali solo se hanno un precedente nella vita reale per i ragazzi spesso non è così». Vale la pena, quindi, concedersi un giro d'orizzonte tra i social disponibili.

Facebook

«È sicuramente il più noto – spiega il sovrintendente della postale Roberto Santin – ma anche quello che sta registrando una progressiva migrazione dei giovanissimi. Diciamo che è più usato dalle persone oltre i trent'anni. Qui l'adescamento può avvenire attraverso falsi profili creati da alcuni pedofili che si fingono coetanei. La possibilità di avere una messaggistica privata aiuta, chiaramente, ad avere un approccio più coperto».

Senza contare che il programma di Fb prevede anche la possibilità di comunicare in forma privata anche con i profili che non sono direttamente tra le amicizie. Bisogna prestare attenzione alle impostazioni in questo caso.

Twitter e Instagram

Se il primo è generalmente poco diffuso nelle fasce più basse d'età, il secondo è sicuramente in crescita esponenziale. Sotto certi aspetti si tratta di social network più sicuri perché sostanzialmente privi di messaggistica privata (Twitter, in realtà, la propone ma è davvero molto poco utilizzata) e limita ogni comunicazione entro certi paletti. Entrambi, infatti, hanno un profilo meno “generalista” di Facebook. I cinguettii, per dire, consentono la scrittura solo dei famosi 160 caratteri. Instagram, dal canto suo, ammette solo fotografie e scambi pubblici. Resta, tuttavia, la possibilità di raggiungere un pubblico mondiale in modo più immediato rispetto a Facebook e questo potrebbe rappresentare un rischio in caso di gestione della propria immagine con leggerezza. Qualsiasi foto o video, insomma, diventa immediatamente disponibile per tutti. «Bisogna ricordarsi che per tutto il materiale postato valgono le stesse regole della vita reale - puntualizza il questore Lucio Carluccio nel suo intervento durante la manifestazione - quindi non pensiamo che il web sia sostanzialmente una sorta di porto franco. Sarebbe un grave errore».

WhatsApp

Più che a un social network in senso stretto in questo caso ci troviamo davanti a un’applicazione per smartphone (recentemente utilizzabile anche su pc). Di fatto si tratta della «app» che ha soppiantato gli sms con enormi vantaggi in termini di raggiungibilità e comunicazione di gruppo. Gratuita. Whatsapp, però, ha una caratteristica che è un'arma a doppio taglio: è necessario, infatti, fornire il proprio numero di telefono. Il consiglio della postale, ovviamente, è di non rivelare mai in nessun caso il proprio contatto di cellulare agli sconosciuti, così come altri dati sensibili.

Ask e Shot

«Questi nuovi social network vanno controllati in modo minuzioso – avverte il sovrintendente capo Luigi Lamberti - perché permettono di porre domande aperte senza controllo oppure conoscersi solo attraverso i selfie».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













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