Muore al freddo fuori dalla baracca

Ewald Hilber, 38 anni, era all'esterno del deposito della pista di ghiaccio


Aldo De Pellegrin


CHIENES. Un'altra vita vissuta talvolta di espedienti, un'altra storia di emarginazione e di stenti, maturata forse troppo velocemente e non sempre entro i confini della legalità, ha trovato purtroppo un tragico epilogo nella notte fra lunedì e ieri, a Casteldarne. Ewald Hilber, un trentottenne del posto che però ultimamente risiedeva a Bolzano usufruendo dell'assistenza dei servizi sociali, è stato rinvenuto cadavere ieri mattina, poco dopo le nove, all'esterno di una baracca in prossimità del campetto di ghiaccio che in inverno viene attrezzato per il gioco dei birilli, neppure molto lontano dalla stazione ferroviaria del paese.

Secondo le indiscrezioni filtrate, è stato uno dei volontari che si è recato sul posto, a due passi dal centro di Casteldarne, per avviare le operazioni di pulizia del ghiaccio dopo la nevicata della sera precedente, a ritrovare il corpo dell'uomo riverso a terra, all'esterno della vecchia baracca in legno che solitamente viene attrezzata da punto di ristoro in occasione delle manifestazioni sportive. Immediatamente è stato lanciato l'allarme sia ai carabinieri che anche alla Croce bianca, ma a tutti coloro che sono giunti sul posto è apparso presto chiaro che il destino di Ewald Hilber si era ormai compiuto nel corso della nottata, anche se non è stato altrettanto facile rispondere al perhè esso si sia compiuto in modo tanto repentino.

Difficile dare la colpa solo alle temperature, pur invernali, visto che la nottata, dopo la fitta nevicata della serata precedente, non è stata neppure delle più fredde ma nonostante tutto è evidentemente riuscita lo stesso a fiaccare la resistenza dell'uomo, forse anche a causa di altri suoi guai fisici, visto che pare fosse sofferente di problemi cardiaci.

Proprio per vederci chiaro fino in fondo sulle cause della morte, che peraltro sembra escludere con certezza quasi assoluta interventi violenti o esterni, il magistrato di turno ha ordinato l'esecuzione di un esame autoptico sul cadavere, che verrà eseguito nei prossimi giorni, prima della concessione del nulla osta alla sepoltura.

Ewald Hilber, nato e vissuto in gioventù a poche centinaia di metri di distanza, in località "im Moarbach" sulla strada per Mantana, dove vive la madre con i due fratelli, con il raggiungimento dell'età matura si era però progressivamente distaccato dalla famiglia paterna anche a causa dei suoi ripetuti guai giudiziari che l'avevano visto uscire alcune volte dall'aula del Tribunale di Brunico con dei verdetti di condanna sulle spalle.

Una vita di espedienti che l'aveva portato a cercare riparo in qualche modo. Anche per questo l'uomo, dopo aver pagato i suoi debiti con la giustizia, ultimamente era seguito dai servizi sociali del capoluogo provinciale, dove viveva, salvo fare saltuariamente ritorno al paese natale nel quale, comunque, aveva interrotto i contatti con la famiglia dopo la morte del padre, avvenuta poco più di un anno fa e che l'aveva ulteriormente segnato e minato nel morale. In quell'occasione, grazie anche a un permesso speciale, gli fu concessa l'autorizzazione per partecipare ai funerali ma forse proprio quel trauma contribuì a levargli ogni speranza, spingendolo verso quella china di cui ieri è giunto alla fine.

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