Museo al Monumento, slitta l’inaugurazione

Il sindaco Spagnolli: «Prima dobbiamo risolvere la questione del duce a cavallo» Lo ha chiesto il presidente della Provincia e il Comune di Bolzano è d’accordo


di Davide Pasquali


BOLZANO. Un fulmine a ciel sereno: rimandata a data da destinarsi l’inaugurazione del centro di documentazione sul nazismo e sul fascismo sotto al monumento alla Vittoria, inizialmente prevista fra maggio e giugno. Non si aprirà finché non verrà risolta e disinnescata la questione del duce a cavallo di piazza Tribunale. È la posizione espressa ieri dal presidente della Provincia Arno Kompatscher nel corso del vertice con il Comune. Ci sono anche altri intoppi, di carattere tecnico e organizzativo, ma il problema principale è squisitamente politico, tanto che ieri il sindaco ha chiesto un incontro non previsto con il commissario del governo. Ad annunciare lo stop ieri è stato lo stesso Luigi Spagnolli.

Il concetto di fondo è questo: «Secondo la Provincia oggi aprire il centro di documentazione sotto il monumento alla Vittoria senza aver concluso il ragionamento sul rilievo di Piffrader è complicato. E allora si deve arrivare a chiudere quel discorso. È una questione politica». Ma come si risolverà questa questione politica del rilievo? Rimuovendolo, coprendolo, storicizzandolo? «Non lo so. Il presidente Kompatscher ha la sua idea, che io non dico perché deve dirla lui, però sicuramente in qualche modo va risolta. Non possiamo continuare a tenerla aperta quando poi gli Schützen che fanno la loro assemblea si arrabbiano con il Comune perché il Comune non dà la concessione edilizia, e il Comune dice che non può dare la concessione perché ha bisogno della firma dello Stato che non c’è... In qualche modo si deve risolvere e su questo aspetto do ragione ad Arno Kompatscher». Il presidente della Provincia dice che «non possiamo chiudere la questione del centro di documentazione per tenerne aperta un’altra. Chiudiamo tutte e due queste cose».

Pare ci siano problemi anche per quanto riguarda la divisione delle spese di gestione del museo, anche se su questo aspetto la giunta provinciale ha dimostrato un’apertura. «È importante che la Provincia ci sia, perché non sia una cosa tra la città degli italiani e lo Stato italiano, così che il resto dell’Alto Adige dica: sono cose degli italiani e non vogliamo saperne niente». Spagnolli invece vuole che ci sia anche la Provincia, «perché si tratta di un’iniziativa di riappacificazione comune. E quindi c’è bisogno anche di un’assunzione di spesa da parte della Provincia».

Tornando al duce, Spagnolli si dice aperto a qualsiasi soluzione. Ma «è giusto che si tenga conto delle sensibilità presenti nel nostro territorio, di tutte però, non soltanto di alcune. Bisogna trovare una sintesi che riesca a scontentare un pochino tutti e a non accontentare del tutto nessuno».

Sui tempi c’è incertezza. «Non siamo più nell’era Durnwalder - conclude Spagnolli - in cui si potevano chiedere i tempi e sentirsi rispondere con certezza. Oggi i tempi sono difficili da stabilire per una serie di ragioni, non ultima quella economica, perché la situazione economica è molto più incerta. Comunque mi auguro che l’apertura si possa fare nelle prossime settimane». Un tempo nel quale si dovrà anche migliorare l’attuale accesso al museo, ritenuto indegno, e tentare di invitare all’inaugurazione il ministro (Pd) Dario Franceschini.

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