Nuove regole in base alla presenza turistica. In arrivo leggi provinciali per attenuare le liberalizzazioni

Negozi, a Bolzano 7 aperture festive

La Provincia «blinda» Natale e Primo maggio, ma dimentica il 25 aprile


Francesca Gonzato


BOLZANO. La giunta provinciale ha fissato le nuove regole sulle aperture festive dei negozi. Si va dalla libertà massima garantita ai Comuni più turistici, al tetto di 7 concesse ad altri Comuni, tra cui Bolzano. Messo il veto su alcune festività, che vengono protette, dal Natale al Primo maggio. Si sono però dimenticati del 25 aprile. La giunta provinciale si è mobilitata ieri anche sul complesso delle liberalizzazioni previste dalla manovra Monti, anticipando la presentazione di una serie di leggi provinciale per attenuarne le ricadute in Alto Adige.

LE DOMENICHE. Definitiva è invece la nuova regolamentazione delle aperture domenicali e festive dei negozi. «Abbiamo cercato di tenere conto delle esigenze delle diverse parti, dal mondo del commercio nelle località turistiche all'associazione per le domeniche libere», riassume il presidente provinciale Luis Durnwalder. I comuni sono stati divisi in tre fasce in base all'«intensità turistica». Per tutti vale però la chiusura obbligatoria il 25 e 26 dicembre, Pasqua, lunedì di Pasqua, Pentecoste, Primo maggio e 15 agosto. L'8 dicembre, e i giorni 1 e 6 gennaio, invece, sarà consentita la sola apertura in orario mattutino sino alle 13.

Dovrebbero placarsi così le conflittualità che si sono verificate anche quest'anno per le aperture concesse in deroga il primo maggio e a Ferragosto. Nell'elenco delle date protette non compare invece la festa nazionale della liberazione del 25 aprile. Nei 9 comuni più turistici (Corvara, Selva di Val Gardena, Scena, Sesto, Tirolo, Badia, Stelvio, Santa Cristina di Val Gardena e Ortisei), è prevista una libertà totale delle aperture domenicali e durante le festività, fatta eccezione per le chiusure obbligatorie stabilite dalla giunta.

I comuni compresi nella seconda fascia, invece, sono 16: si tratta di Avelengo, Senales, Rio di Pusteria, Castelrotto, Marebbe, Braies, Dobbiaco, Valdaora, Rasun-Anterselva, San Candido, Racines, Valle Aurina, Curon Venosta, Nova Levante, Naz-Sciaves e Tires: in queste località le aperture concesse al di fuori delle normali giornate feriali saranno 14 nell'arco di un anno. In tutti gli altri comuni altoatesini, tra cui Bolzano, questa quota scenderà a 7. Per quanto riguarda seconda e terza fascia, le associazioni di categoria saranno chiamate ad individuare e proporre le giornate di apertura, ma il parere definitivo spetta ai Comuni. Anticipa il presidente Durnwalder: «Alla luce delle liberalizzazioni che entreranno in vigore in seguito alla manovra finanziaria nazionale, resta da capire se Roma impugnerà o meno la nostra delibera».

Soddisfatto l'assessore Thomas Widmann: «I piccoli non sono in grado di tenere aperto anche la domenica: andava conciliata la tutela delle famiglie e del commercio di prossimità con le esigenze delle aree turistiche». Per Dado Duzzi, vicepresidente Unione commercio, «è uno schema equilibrato, che riconosce la vocazione turistica di alcune zone e nei comuni principali scongiura conflittualità tra grandi e piccoli». Meno soddisfatto Pietro Perez che segue Bolzano per l'Unione commercio: «Avevamo appena concordato con il Comune 10 aperture festive nel 2012. Sette sono un passo indietro».

LE LIBERALIZZAZIONI. La Provincia non condivide la liberalizzazione al commercio prospettata dal governo Monti, che prevede la scomparsa dei piani per la grande distribuzione e la distinzione tra tabelle merceologiche. La Provincia ha 90 giorni per emanare una legge che provi almeno a fissare paletti su «urbanistica, viabilità, inquinamento e misure igieniche». Se ne occuperà un tavolo di lavoro con rappresentanti di Provincia e Comuni, giuristi, esperti di urbanistica e associazioni dei commercianti. Confermata anche una legge provinciale sull'Imu e una sulla liberalizzazione di professioni e mestieri, per garantire le regole provinciali su parrucchieri e spazzacamini.

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