Nel mito e sotto la pioggia Mille in bici sullo Stelvio

Fermati a Sottostelvio i ciclisti avventuratisi ieri sul passo chiuso alle auto In alto una fitta nevicata e tanto freddo, sui tornanti un migliaio di temerari



PRATO ALLO STELVIO. Neve a passo Stelvio - era attesa soprattutto dagli appassionati di sci - e pioggia fino a 2 mila metri. La giornata della bici sul mitico passo chiuso al traffico è stata caratterizzata da condizioni di tempo avverse. Al punto che gli organizzatori, dopo un sopralluogo dell’apposita commissione, hanno deciso di chiudere la strada a Sottostelvio per dare modo ai ciclisti di fermarsi all’albergo, di asciugarsi un po’ e di rifocillarsi in qualche modo. Decisione saggia perché sul passo era difficile arrivare senza rischiare più del dovuto. La neve aveva raggiunto i dieci centimetri.

Maledetta pioggia! È caduta anche nella mattinata (e per buona parte della giornata) di ieri e ha condizionato la mitica salita al Passo dello Stelvio in bicicletta. Ha ostacolato i ciclisti. Ma non tutti. Visto che fino alle 15 erano poco più di un migliaio coloro che hanno scelto il versante altoatesino per scalare lo Stelvio. Un numero ben lontano dagli oltre diecimila degli ultimi due anni. Comunque, un successo. In barba ad una giornata praticamente impossibile per pedalare.

Faceva anche piuttosto freddo. Soprattutto da Trafoi in su. Quindi è stata opportuna la decisione degli organizzatori di fermare la manifestazione a Sottostelvio. Organizzatori che comunque si dicono soddisfatti della partecipazione. "Con le condizioni meteo che c’erano già al mattino, il numero di 1.090 che ha affrontato le rampe è da considerare un successo. Quest’anno le condizioni meteo non ci hanno dato una mano. L’appuntamento è per il 2018". La manifestazione ha avuto anche ieri il suo di respiro internazionale: i ciclisti sono arrivati da diversi Paesi d’Oltrebrennero. E non sono mancati i "nostrani". Tanti quelli partiti dalle varie località venostane; altrettanti quelli partiti dall’Alto Adige e da Merano in particolare: chi è salito fino a Spondigna in treno (carrozze affollate fin dalle prime corse del mattino di ieri), chi ha parcheggiato l’auto nella zona artigianale di Prato allo Stelvio.

I mitici tornanti sono stati affrontati anche da qualche atleta disabile con la propria handbike, da agonisti che non hanno perso l’occasione per mettere in mostra (ma non c’era proprio bisogno) la loro abilità: con i loro sorpassi, spesso azzardati, hanno creato situazioni di pericolo visti i tanti ciclisti che arrancavano nei tratti più impegnativi della salita. Disturbati, anche, dalla pioggia. Ma, tutto sommato, è andata bene: fino alle 16, quando la strada è stata riaperta, non era segnalato alcun grave incidente. Qualche caduta, ma senza conseguenze. Si è rivelato utile il contributo della Croce bianca dell’Alta Venosta . (e.d.)













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