Niente torre sul Catinaccio, si ristruttura il Coronelle 

La proposta. La giunta provinciale sta sondando la fattibilità giuridica del compromesso: gli impiantisti rinunciano al nuovo edificio, risanano il Fronza e lo gestiscono in concessione


Davide Pasquali


Bolzano. Un compromesso per scontentare il meno possibile, permettendo all’economia di girare e ai protezionisti di tirare un bel sospiro di sollievo: la società Latemar Carezza potrà rinnovare il suo impianto di risalita dotandolo di nuova stazione a monte interrata, ma dovrà rinunciare alla impattante e contestatissima torre di cristallo da diciotto metri ai piedi del Catinaccio patrimonio Unesco; in cambio la Provincia concederà agli impiantisti il datato rifugio Coronelle, così potranno ristrutturarlo a loro spese in chiave contemporanea, magari con tanto di piattaforma panoramica e grandi vetrate, e poi gestirlo in convenzione per un certo lasso di tempo.

È questa, a grandi linee, l’ipotesi cui sta lavorando la giunta provinciale in queste settimane. Il presidente Arno Kompatscher ha dato incarico al professor Giuseppe Caia - esperto di diritto amministrativo presso il dipartimento di scienze giuridiche dell’università di Bologna - di sondare la praticabilità giuridica dell’operazione. Conferma l’assessore provinciale all’urbanistica e alla tutela del paesaggio, Maria Magdalena Hochgruber Kuenzer. «Non abbiamo ancora la soluzione in mano, al momento è solo una proposta. Non sappiamo nemmeno se gli impiantisti vogliano o meno. Il presidente ha chiesto un parere giuridico su come si potrebbe procedere. Fino a quando non arriverà, escludo che prenderemo decisioni in merito al progetto presentato dalla Latemar Carezza».

La giunta questa settimana ha definitivamente approvato il progetto della nuova cabinovia da San Cipriano di Tires a malga Frommer, senza pista da sci e con prescrizioni a tutela delle aree di quiete del gallo cedrone. Da maggio, invece, è attesa la decisione riguardo al progetto degli impiantisti di Carezza per il rinnovo della vecchia seggiovia Laurino, da malga Frommer al rifugio Aleardo Fronza, con una nuova cabinovia ad ammorsamento automatico. Il sindaco di Nova Levante Markus Dejori preme perché si decida in fretta: «Nei prossimi mesi si dovrà iniziare a costruire», ha dichiarato a Rai Südtirol. Chiarisce invece Florian Eisath, alla guida della società di famiglia Latemar Carezza: «Per il progetto del nuovo impianto e della torre di cristallo abbiamo chiesto la variazione al piano regolatore, seguendo tutto l’iter previsto dalla legge, punto per punto. È un anno e mezzo che ci lavoriamo. Adesso siamo in attesa della risposta. È prevista dalla normativa e ce la aspettiamo nel più breve tempo possibile». Sulla proposta di compromesso a cui sta lavorando la giunta, Eisath commenta: «Fino ad ora non ne avevo mai sentito parlare, nessuno ci ha contattati. Per quanto mi riguarda siamo a livello di pura speculazione. Io sono solo un imprenditore che ha avuto un’idea, ha investito molti soldi e attende una risposta. Mi sembra più che altro che si tratti di un modo per prendere tempo. Probabilmente sarà l’assessore Kuenzer a far girare queste voci, ma non mi sembra giusto nei confronti di chi propone progetti. Non è corretto che queste discussioni vengano sempre portate al pubblico senza prima coinvolgere noi, gli interessati». Eisath conclude precisando che al momento si stanno concentrando tutte le energie, anche finanziarie, sul progetto presentato, mentre è in stand by la realizzazione di una nuova seggiovia esaposto fra malga Frommer e baita Masarè, con nuova pista, in sostituzione del vecchio skilift Franzin. «Al momento a Carezza non abbiamo abbastanza sciatori per giustificare l’ampliamento degli impianti solo invernali, preferiamo investire su quelli che lavorano tutto l’anno».

Se Eisath sospende il giudizio, favorevoli al risanamento del Fronza a patto che non si realizzi la nuova torre sono l’Alpenverein, che da mesi si oppone al progetto della Latemar Carezza, e la lista civica di Nova Levante. Chiosa il consigliere comunale Elvira Tschager Nicolussi: «Sarebbe la soluzione migliore, la caldeggiamo sin dall’inizio. Il rifugio Coronelle, oggi in cattive condizioni, andrebbe ristrutturato, ridando dignità a tutta l’area ai piedi del Catinaccio».













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