«No alla delegittimazione» oggi sit-in dei giornalisti 

In piazza del Grano alle 12 la protesta dopo gli attacchi dei leader del M5S Il sindacato regionale: «La libertà di stampa è un bene per tutti i cittadini»



BOLZANO. I giornalisti «puttane e sciacalli» non ci stanno. In tutta Italia oggi presidi di protesta contro gli attacchi alla stampa da parte del vice premier Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista (M5S), autore della frase che unisce nel medesimo disprezzo chi lavora come giornalista e chi, come le prostitute, non possono certo contare su una vita facile.

Anche a Bolzano il sindacato dei giornalisti e l’Ordine dei giornalisti hanno organizzato un flash mob: l’appuntamento è dalle ore 12 alle 13 in piazza del Grano. «Gli insulti e le minacce di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista non sono soltanto l'assalto a una categoria di professionisti, ma rappresentano anche e soprattutto il tentativo di scardinare l'articolo 21 della Costituzione e i valori fondamentali della democrazia italiana», sottolinea Rocco Cerone, segretario del Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige, «Ritrovarsi in piazza contemporaneamente significa respingere tutti insieme attacchi volgari e inaccettabili contro l'informazione e i giornalisti. Ormai non si tratta più di episodi isolati, ma di azioni mirate a screditare una categoria di professionisti con lo scopo di disorientare l'opinione pubblica». Al flash mob è stato invitato il presidente Arno Kompatscher, che vi parteciperà, impegni permettendo. Silvia Fabbi, che fa parte del direttivo del sindacato, sottolinea che l’iniziativa è aperta a tutti, non solo ai giornalisti, perché la libertà di stampa è un bene di tutti: «Significa parlare delle basi della democrazia. La stampa nazionale come la stampa locale reagiscono ai tentativi di delegittimazione di chi non vuole controllo sul proprio operato. Il giornalismo è uno strumento per i cittadini, è questo che dà fastidio». Così il sindacato regionale: «Soltanto un'informazione debole, docile o assente può consentire alla disinformazione di massa, veicolata attraverso gli algoritmi e le piattaforme digitali, di prendere il sopravvento e di manipolare il consenso e le coscienze dei cittadini. È un disegno al quale bisogna opporsi».

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