Nomi: Durnwalder vuole una legge Tommasini: "Il Pd voterà contro"

Si accende il dibattito sulla toponomastica dei sentieri. Su una cosa Luis Durnwalder è d’accordo col ministro Fitto: «Dobbiamo avere il coraggio di risolvere una volta per tutte la questione toponomastica». Il presidente della Provincia rilancia la proposta dei sondaggi sui toponimi da affidare all’Astat ma Tommasini fa sapere di essere contrario



BOLZANO. Su una cosa Luis Durnwalder è d’accordo col ministro Fitto: «Dobbiamo avere il coraggio di risolvere una volta per tutte la questione toponomastica». Il presidente della Provincia rilancia la proposta dei sondaggi sui toponimi da affidare all’Astat.
La lettera inviata dal ministro Raffaele Fitto con tanto di ultimatum per tornare ai toponimi bilingui entro il mese di giugno, ieri è stata al centro della riunione della giunta provinciale. «Una lettera - dice Durnwalder - che non mi ha fatto nessuna impressione anche perché la competenza è della Provincia e non del ministro. Non saranno Roma nè Vienna a dirci quali toponimi adottare, gli unici che possono decidere sono gli altoatesini».
Durnwalder, dopo averne discusso con gli assessori, anticipa la risposta che invierà a Roma: «Al ministro farò sapere che abbiamo intenzione di risolvere la questione toponomastica. Continuare a rinviare il problema non serve a nulla, dobbiamo avere il coraggio di decidere e per farlo serve il buon senso da parte di tutti. Noi non proporremo una soluzione che sarà respinta in partenza dal governo italiano, ma allo stesso tempo non ci possono imporre di legalizzare una falsificazione della storia».
Quindi? «Quindi - spiega il “Landeshauptmann” - entro l’anno porteremo in consiglio provinciale la mia vecchia proposta di legge: tutti i toponimi già fissati per legge restano bilingui, come ad esempio i nomi dei Comuni. Devono essere bilingui anche tutte le definizioni, come malga, vicolo, strada o lago. Non però i nomi propri: la “Kofleralm” non può trasformarsi in malga Covolo, resta malga Kofler». Ma, così è stato chiesto al presidente, cosa accadrà ad esempio con la dizione italiana di Glaning, Cologna? «Deciderà la popolazione locale. L’Astat chiederà quale è il toponimo in uso. Se tutti risponderanno Glaning, sarà ufficializzato solo questo nome. Se una certa parte della popolazione dirà anche Cologna, allora sarà usata anche questa».
La proposta di legge di Durnwalder sarà portata in consiglio entro il 2010, «perché è la nostra priorità assieme alla legge sulla democrazia diretta e alla riforma elettorale» e sarà firmata dal gruppo consiliare della Volkspartei, «perché - spiega Durnwalder - anche se in giunta almeno sette assessori voterebbero con me e gli altri due (quelli del Pd, ndr) forse si asterrebbero, non voglio creare problemi a nessuno».
Nel frattempo l’assessore al turismo Hans Berger è stato incaricato di inviare una circolare a Cai e Avs «per cercare di trovare una soluzione comune e per mettere in chiaro - così Durnwalder - che la segnaletica realizzata con denaro pubblico o che si trova sul suolo pubblico deve essere bilingue».
Durnwalder infine chiude con un’ultima stoccata a Fitto: «Al ministro chiederò di essere attento al bilinguismo anche negli enti statali che fanno direttamente capo a lui. Da quanto mi risulta, il bilinguismo anche in questi casi troppo spesso non viene rispettato». Durnwalder non nomina nessuno, ma il riferimento è chiaro e coinvolge Poste, Agenzie delle Entrate e forze dell’ordine.

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