Ambiente

Non nevica, per i ghiacciai è un vero dramma

Il punto del Servizio glaciologico del Cai: finora mancate le precipitazioni necessarie per far sopravvivere le masse ghiacciate in estate. Inesorabili ripercussioni sulle portate di torrenti e fiumi. In Alto Adige verranno colpiti il mondo dell’agricoltura e il settore idroelettrico


Davide Pasquali


BOLZANO. Giorni della merla, i più freddi e nevosi dell’anno? Macché. E a farne le spese sono i nostri ghiacciai. Lo chiariscono gli esperti del Servizio glaciologico del Cai Alto Adige, Pietro Bruschi e Franco Secchieri.

I ghiacciai, spiegano, sono tra gli elementi più dinamici dell’ambiente naturale, quelli che avanzando o ritirandosi hanno sempre segnato e testimoniato i mutamenti del clima. «Nella stagione invernale (e primaverile) i ghiacciai riposano e si nutrono di quella neve che, trasformandosi poi in nevato e ghiaccio, li fanno vivere e sopravvivere al caldo dell’estate». Gli accumuli ovviamente devono essere tali da poter essere in parte accantonati per costituire quella riserva di neve, nevato e ghiaccio che consentirà al ghiacciaio di continuare a sopravvivere. «Se la quantità di massa gelata che rimane è di più di quella che se ne va per ablazione durante l’estate, allora il ghiacciaio aumenterà e farà avanzare le sue lingue. In caso contrario la sua massa diminuirà sempre più fino a farlo gradatamente scomparire».

È ciò che purtroppo sta succedendo negli ultimi anni, «e la situazione è tanto peggiore per le masse gelate alle quote più basse». Per le Dolomiti, ad esempio, anche i ghiacciai maggiori come quello della Marmolada si stanno riducendo, con conseguente sensibile modifica del paesaggio glaciale. I ghiacciai di maggiori dimensioni si riducono, alcuni di estensione minore sono già scomparsi.

L’attuale stagione invernale, proseguono i glaciologi del Cai, «si è finora presentata con una scarsa quantità di precipitazioni nevose, facendo mancare ai ghiacciai soprattutto la neve dell’autunno e quella di inizio inverno, la quale assume nel tempo una densità tale da trasformarsi in nevato, più resistente all’ablazione estiva».

Nonostante i conti si facciano solamente a fine estate, «al momento ci sono tutti i presupposti per ipotizzare una annata negativa per i bilanci dei nostri ghiacciai a causa della neve che ancora non è caduta e che pare non abbia nessuna voglia di farlo». Naturalmente la speranza è che ciò non accada e che questo sia solo un presagio senza seguito.

Ma come stanno i nostri ghiacciai? La risposta si può trovare nelle relazioni degli operatori del Servizio glaciologico del Cai Alto Adige, che da anni ormai rilevano una situazione di arretramento di tutte le fronti dei ghiacciai controllati e una consistente riduzione generalizzata delle masse gelate presenti sulle montagne della provincia di Bolzano. Condizioni confermate anche dagli operatori del Comitato Glaciologico Italiano e supportate dalle campagne di rilievo aereo che accompagnano le misure a terra. Il tutto concordato e con il concreto appoggio e sostegno dell’ufficio idrologia e dighe della stessa Provincia altoatesina.

Ma Bruschi e Secchieri vanno oltre: «La prospettiva che si potrebbe presentare a seguito di un possibile scarso innevamento dei ghiacciai e di una successiva estate caratterizzata da siccità e elevate temperature fornisce il quadro di un bilancio di massa glaciale estremamente negativo, aggravando ulteriormente le condizioni di glacializzazione delle fasce più elevate del territorio, e non solo dell’Alto Adige e del Trentino».

Non si tratta comunque solo di un problema di mutamento del paesaggio, ma anche e soprattutto di un’ulteriore perdita della riserva idrica immagazzinata in forma solida. «Questo evento si ripercuoterebbe inesorabilmente sulle portate estive di torrenti e fiumi, colpendo anzitutto il mondo dell’agricoltura. Verrebbe a diminuire pure il potenziale idroelettrico, proprio in un momento in cui i costi dell’energia sono in forte aumento e le disponibilità in sensibile diminuzione».

A risentire della situazione anche la pratica dello sci. Quello estivo è uno sport che si va via riducendo perché i ghiacciai disponibili sono sempre meno. Da qualche parte è in atto il tentativo di salvare la neve ricoprendo le superfici con enormi teloni bianchi. Ma sembra una soluzione insostenibile per motivi diversi, anche e soprattutto economici e ambientali. «È come voler scaldare in inverno l’acqua del mare di Riccione per poterci fare il bagno».

Il clima, concludono i glaciologi, cambia per tutto e per tutti, a cominciare dai ghiacciai.













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