Nuovo serbatoio da 1,6 milioni di litri

La Seab ristruttura la cisterna nelle viscere del Colle. Prima di arrivare ai rubinetti, l’acqua genererà energia elettrica


di Davide Pasquali


BOLZANO. Costruito in caverna nel 1929, era caduto in disuso: inservibile da tempo immemorabile. Negli ultimi due anni Seab l’ha risanato e da ieri è in pieno servizio. Stiamo parlando del nuovo serbatoio di acqua potabile scavato nelle viscere del Colle, sopra Campiglio. Lungo 80 metri, contiene 1,6 milioni di litri d’acqua purissima, proveniente dalle sorgenti della val d’Ega, ai piedi delle Dolomiti. È solo uno dei tanti pilastri dell’acquedotto bolzanino - apprezzato a livello (inter)nazionale per le sue acque oligominerali - un tempo basato esclusivamente sui pozzi sotterranei, oggi appoggiati ad una decina di serbatoi sottoroccia, posti in quota, indispensabili per garantire l’approvvigionamento in caso di black out, con le pompe elettriche fuori uso. Da quassù, l’acqua se ne scende per gravità...

Siamo a metà del Colle, sopra Campiglio, sui terreni del celebre maso vitivinicolo Unterganzner. Due anni di lavoro, 1,25 milioni di euro di spesa. Sopra il portale all’ingresso, si notano ancora le pipe bianche in ceramica della linea elettrica di un tempo e una targa, con sopra scritto: anno VII, intendendosi con questo il 1929, settimo anno dell’era fascista.

Spiega l’ingegner Trevisson, di Seab. «Questo è il serbatoio di Campegno. Uno dei tanti lotti che costituiscono la ristrutturazione dell’acquedotto nord est della città: il pozzo di Cardano, la tubazione di collegamento tra Cardano e la città, tutta la val d’Ega con le zone di rispetto, il collegamento del serbatoio con il fondovalle».

Il progetto, per il quale sono stati stanziati 1.250.000 euro, prevedeva, oltre al rivestimento in acciaio inox della caverna lunga 80 metri, anche la sostituzione di tutte le tubazioni e la creazione di una strada d'accesso. Durante la progettazione è nata anche l’idea di usare l’acqua di adduzione al serbatoio per la produzione di corrente elettrica; quindi, accanto al serbatoio è stato realizzato anche un manufatto per una piccola centrale idroelettrica.

Il diritto di usare l’acqua proveniente dalle tre fonti in val d’Ega risale ai tempi dell’impero austro-ungarico: già nel corso del XIX secolo il comune di Dodiciville ne aveva ricevuto i diritti d’uso. Nell’anno 1929 era stato costruito il serbatoio Campegno, con una capacità di circa 1.600 metri cubi, che raccoglieva l’acqua di tre fonti della val d’Ega (Grifo, Ranigolo e Collare), per poi immetterla nella rete cittadina. Dal momento in cui il serbatoio era stato messo fuori servizio, l’acqua delle sorgenti non poteva essere più utilizzata in toto. Nel 2011 si è deciso di rimettere in funzione il serbatoio.

Il progetto di risanamento dell’acquedotto Nord Est si concluderà nel 2018 e aumenterà di ben dieci volte l’utilizzo di acqua potabile dalle tre sorgenti della val d'Ega, che passerà dagli attuali 2-3 litri al secondo alla bellezza di 25-30 litri.

Si tratta di un progetto importante per la città di Bolzano, perché un uso più efficiente di queste acque sorgive rende la gestione della rete idrica più economica e sostenibile: l’acqua delle sorgenti - a differenza dell’acqua sotterranea di falda - non necessita infatti di energia elettrica, perché non deve essere pompata in superficie (si tenga conto che oggi più del 90% dell'acqua potabile fornita da Seab alla città proviene da 12 pozzi sotterranei).

Nel 2016 Seab ha investito 2.255.000 euro nella rete idrica potabile cittadina, affinché l'acqua di Bolzano continui ad essere com’è oggi: pura e sana.

A Bolzano vengono consumati ogni anno circa 8.830.000 metri cubi di acqua potabile, pari a 227 litri d'acqua al giorno pro capite, dei quali circa 150 a testa per l’uso domestico.

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