Obbligo vaccinale nelle Rsa, l’Asl inizia i controlli incrociati
Ora che è entrato in vigore il nuovo regime per tutto il personale di strutture per anziani e disabili, resta l’incertezza sulle verifiche. Critelli: manca il decreto ministeriale. La Assb fa firmare una lettera ai dipendenti
BOLZANO. Dall'altro giorno deve essere vaccinato qualsiasi dipendente delle residenze per anziani e dei servizi per disabili: dopo il personale sanitario, l’obbligo si allarga ad amministrativi, personale di cucina, addetti alle pulizie. Ma sul fronte dei controlli la confusione non potrebbe essere più eclatante. Risultato, le strutture procedono a tentoni, sperando di non incappare in diffide o altre azioni legali.
Luca Critelli, direttore del dipartimento Famiglia, anziani, sociale ed edilizia abitativa in Provincia, non sa più cosa rispondere a chi gli chiede informazioni: «Era stato annunciato per giovedì o venerdì un decreto ministeriale con i chiarimenti sui numerosi dubbi che riguardano i controlli. Intanto l’obbligo vaccinale è partito, ma il decreto non è stato pubblicato. Forse domani...».
Il tema è questo. Il datore di lavoro può chiedere il certificato vaccinale, oppure si dovrà seguire la lunga procedura adottata con medici e infermieri, cioè controlli incrociati, ma non verifica diretta della vaccinazione? «Secondo noi la risposta è no, non possiamo verificare direttamente la vaccinazione, perché subentra un problema di privacy», riferisce Liliana Di Fede, direttrice della Assb. E quindi? La struttura del comune si è preparata alle regole in vigore da ieri chiedendo ai collaboratori di firmare un documento in cui si ricorda che è vietata la prestazione lavorativa a tutte le persone sprovviste di copertura vaccinale. Si rinvia quindi alla responsabilità del lavoratore. altre amministrazioni, informa Stefano Boragine (sindacato ago), hanno trasmesso ai dipendenti una circolare informativa dalla quale emerge che non è ancora chiaro come verranno effettuati i controlli e che comunque per i servizi dal 15 ottobre sarà obbligatorio essere in possesso del green pass.
Martina Ladurner (presidente della associazione che riunisce le case di riposo) conferma il perdurare dell’incertezza sui controlli diretti da parte dei direttori delle strutture. Ma la Asl, informa, ha avviato la procedura di verifica delle vaccinazioni, esattamente come accaduto con il personale sanitario. I direttori delle strutture sono stati invitati a inviare alla Asl l’elenco dei collaboratori. Spetterà quindi alla azienda sanitaria incrociare i dati per verificare chi non è vaccinato. A quel punto potrà partire la lunga procedura per la sospensione dal lavoro.
Le complicazioni non sono terminate. Dal 15 ottobre entrerà in vigore l’ulteriore stretta nel mondo del lavoro: a tutti i lavoratori (pubblici e privati) verrà chiesto il Green Pass, che attesti vaccinazione, guarigione o test negativo, altrimenti scatterà l’assenza ingiustificata. Anche negli ospedali e nelle case di riposo? Così Martina Ladurner: «Siamo intenzionati a chiedere il Green Pass. Le procedure di sospensione sull’obbligo vaccinale rischiano di andare per le lunghe, mentre le regole sul Green Pass prevedono che la sospensione sia immediata». Boragine chiede un maggiore dialogo tra amministrazione e sindacati in una fase così delicata: «Un emergenza di personale si ripercuoterà sugli utenti dei servizi. Dobbiamo gestire queste situazioni in modo sostenibile».