Ora spunta Spagnolli consulente in giunta

La Svp studia come compensare la debacle elettorale degli italiani Ma Kompatscher avverte tutti: «Basta pressing sui nomi»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Arno Kompatscher dice basta. Dieci giorni dopo il voto il presidente provinciale in pectore lancia il proprio altolà: «Non parlo di nomi. Non ci sto pensando e non voglio pressioni». L’ha detto lunedì alla Parteileitung della Svp e lo ripete perché sia chiaro all’esterno.

Kompatscher fa invece il punto su ciò che è possibile dire, ad esempio il no uscito lunedì dal partito alla giunta a 11, su cui è tornato ieri il Dolomiten con un editoriale anonimo che invita la Svp a dimostrare flessibilità sull’allargamento dell’esecutivo in nome della pace tra i gruppi linguistici. Una giunta a undici tra l’altro scioglierebbe alcuni nodi nella Svp, come il braccio di ferro sull’ingresso in giunta di Thomas Widmann e Dieter Steger. Entrambi sono espressione dell’ala economica: uscita delusa dal voto, chiede il riequilibrio rispetto a una Svp «troppo sbilanciata verso l’ala sociale, cioè a sinistra», come ha dichiarato Widmann. Kompatscher resta scettico anche su due assessori italiani in una giunta a nove: «Abbiamo fatto le verifiche giuridiche sulla norma statutaria. È troppo alto il rischio di un ricorso di qualsiasi cittadino, non solo dei partiti di opposizione».

Altra novità di queste ore è l’aut aut dei Verdi. Nessun appoggio esterno a una maggioranza Svp-Pd, è la decisione dei Verdi. «O in giunta o all’opposizione, non faremo la ruota di scorta». Un terzo elemento di tutto rispetto porta il nome di Luigi Spagnolli. Il sindaco assesta mazzate al Pd, auspica le dimissioni del segretario Antonio Frena e rischia di diventare l’elemento a sorpresa post elezioni con un ruolo forte per compensare il tracollo italiano alle urne.

Le regole di Kompatscher. La Svp ha perso la maggioranza assoluta, il Pd non è riuscito a fare il terzo consigliere e questo moltiplica le fibrillazioni. Kompatscher pianta i paletti. Rivendica il tempo per «fare le cose come vanno fatte». Così ieri pomeriggio il candidato presidente, forte delle sue 81 mila preferenze: «Sono stato tutto il giorno nella sede della Svp e ho parlato solo di programma. Alle elezioni ci siamo presentati con una proposta, che ora voglio tradurre in obiettivi concreti da sottoporre ai partiti nelle trattative per la scelta del partner o dei partner di coalizione. Una volta definita l’alleanza, si deciderà la composizione della giunta. I media invece da giorni si interessano solo di nomi e posizioni. Ma di questo io non mi sto occupando». Se ne occupano i diretti interessati... «Ho avvertito anche loro. In Parteileitung ho dichiarato espressamente che si squalifica da solo, chi spinge troppo. Sono tranquillo. So di avere una serie di opzioni e che tutte possono funzionare, in base alle scelte che faremo sulla coalizione». Netto sulla giunta a 11: «Il partito ha deciso che non è una opzione». Consapevole però che la Svp non potrà dettare legge come in passato: «È vero anche questo». Sul gruppo italiano ribadisce che il tema è all’ordine del giorno: «Se diventerò presidente, sarò il garante di tutti. Con i partiti italiani dovremo trovare il modo di bilanciare la rappresentanza. Ma i partiti italiani dovrebbero fare mea culpa per quanto accaduto». Allora potrebbe spuntare una sorpresa Spagnolli? «Di nomi non parlo». È un fatto che nella Svp circola il ritornello «se il Pd avesse candidato Spagnolli...». Kompatscher è più possibilista di Durnwalder su una alleanza con i Verdi? «Non mi esprimo». Spagnolli in prima fila. Il sindaco ha rotto gli argini della prudenza (si veda pagina a lato) e dice quello che pensa sul Pd. Attorno alla sua figura ruotano ragionamenti. Se il Pd avrà un solo assessore, Spagnolli potrebbe giocare un ruolo forte esterno, che sia come Presidente del Consorzio dei Comuni o come interlocutore privilegiato della giunta in quanto sindaco del capoluogo.

Il Dolomiten ieri si è spinto a ipotizzare Spagnolli assessore esterno. Il sindaco replica: «Molto difficile, l’obiettivo deve essere aprire canali speciali di confronto tra Provincia e Bolzano. Con Durnwalder sono stato invitato in giunta due volte in dieci anni, si può fare meglio». Spagnolli governa con Svp, Pd, Verdi e Sel. A sinistra lo vedono come possibile ponte per una alleanza larga a Palazzo Widmann.

Le condizioni dei Verdi. Il coordinamento dei Verdi, attraverso gli eletti Riccardo Dello Sbarba, Brigitte Foppa e Hans Heiss, precisa che «finora non c’è stato alcun contatto con Svp o altri partiti». Queste le linee in vista dei colloqui. I risultati elettorali dimostrano che «la popolazione altoatesina desidera un profondo rinnovamento. Siamo disposti a parteciparvi». Chiedono a Kompatscher «un confronto sulla base della pari dignità. Non accetteremo di essere ridotti a ruota di scorta o essere aggiunti alla fine di un processo svoltosi senza di noi. Non siamo disponibili a sostenere una giunta dall’esterno. Vogliamo attuare le nostre idee per un Alto Adige migliore: o in giunta o all’opposizione».

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