Ortisei, profughi e locali alla festa dell’integrazione

Domenica di musica e brindisi nella Casa Sole che ospita i 25 richiedenti asilo Dopo le polemiche, il paese abbraccia un gruppo che cerca di inserirsi


di Ezio Danieli


ORTISEI. A un anno esatto dal loro arrivo a Ortisei, i richiedenti asilo hanno deciso di aprire le porte di Casa Sole, la residenza messa a loro disposizione dalla famiglia di Manuel Dalago. Domenica scorsa, è stata festa e così sembrano lontanissime le polemiche che avevano preceduto l'arrivo dei 25 richiedenti asilo a Ortisei, con una raccolta di firme fra la popolazione che era preoccupata per la loro presenza in uno stabile che si trova nelle vicinanze della scuola.

A testimoniare lo spirito di accoglienza di Ortisei, domenica in occasione della giornata delle porte aperte, hanno partecipato all’incontro, fra gli altri, anche il sindaco Tobia Moroder e altri referenti del Comune. Con loro un centinaio di persone, arrivate a fare festa con i richiedenti asilo, che dalle 10 alle 16 si sono prodigati per presentarsi alla popolazione,

Hanno cucinato specialità tipiche dei loro Paesi, che quindi hanno offerto a chi ha visitato la loro dimora; si sono poi impegnati in esecuzioni musicali con vari strumenti, hanno offerto momenti di intrattenimento assieme agli abitanti di Ortisei, hanno proposto dei canti e si sono esibiti anche in un karaoke risultato molto gradito.

Ed era presente alla festa anche Michil Costa, l'albergatore di Corvara nel cui hotel, il La Perla, è stato assunto un giovane profugo che si sta facendo benvolere dai titolari dell'albergo e dagli ospiti.

Fra i richiedenti asilo a Casa Sole è stato particolarmente festeggiato il piccolo Aron, figlio di due dei 25 ospiti. Aron è venuto alla luce all'ospedale di Bolzano e gode di buona salute, come la mamma che, assieme al marito, è arrivata a Ortisei dalla Costa d'Avorio dopo aver vissuto un difficile periodo in Libia, concluso con la fuga attraverso il Mediterraneo.

La nascita di Aron è stato un altro episodio che a Ortisei ha aiutato a stemperare le tensioni che avevano avvolto l'arrivo, l'accoglienza, i progetti di assistenza ai profughi. "È un segno bellissimo che la vita prosegue - ha commentato il sindaco Tobia Moroder - e speriamo che per questi profughi possa aver avviato un ritorno alla normalità e segnato la fine di un periodo di eventi straordinari in negativo. Certo, per questi nostri ospiti resta lo status particolare, ma la nascita di Aron ha agevolato e accelerato la loro integrazione, il loro inserimento nel tessuto della nuova vita”.

La situazione è migliorata rispetto all'arrivo dei profughi. C’è l'impegno per l'integrazione dopo i mugugni di qualcuno. La festa di domenica ha confermato che hanno prevalso il buon senso e l'accoglienza nel capoluogo della val Gardena.

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