I numeri

Papà in congedo col bonus: in cinque anni sono 465 

Assegno provinciale per i privati, Monica Murari (Ipl) fa il punto: «Il contributo è giovane, poco noto e sfruttato. Posso dire che siamo sulla giusta strada, ma non ancora alla fine del percorso verso la parità» 



BOLZANO. In occasione della Festa del papà, l'Ipl (Istituto promozione lavoratori) ha presentato i dati sui padri in congedo facoltativo che hanno beneficiato dell'assegno al nucleo familiare previsto dal 2016 dalla Provincia per i lavoratori privati. In cinque anni sono stati 493 i bambini che hanno "goduto" del papà in congedo per 2 o 3 mesi, per un totale di 465 padri.

Sembrano pochi se paragonati all’esercito di madri troppo spesso costrette a stare a casa.

Ma Monica Murari - vicepresidente Ipl - dice che non è così. «L’assegno è giovane, poco noto e poco sfruttato. In più si è “scontrato” con la pandemia che ha visto molti padri godere dell’aspettativa straordinaria Covid. Mi sento di dire che siamo sulla giusta strada, ma non siamo ancora alla fine del percorso verso la parità. Mi fa molto piacere sapere che oltre 450 padri altoatesini negli ultimi 5 anni abbiano potuto contare su un contributo monetario dalla Provincia ma dobbiamo e possiamo fare di più, ci aspetta un cambio culturale».

Molto incoraggianti - secondo Ipl - tre aspetti salienti: il fatto che i papà appartengano a tutte le generazioni (dai 20 ai 56 anni), che lavorino in aziende site non solo nei centri urbani, ma anche sparse sul territorio e che appartengano a tutti i settori. «Questo assegno provinciale per i padri in congedo facoltativo è un'occasione unica per modificare i ruoli di genere e far emergere una nuova conciliazione per i papà», rimarca la vicedirettrice Ipl Silvia Vogliotti - «un segnale importante che la Provincia di Bolzano lancia ormai da 5 anni e mezzo e che già molti papà hanno saputo cogliere».

La norma provinciale prevede un sostegno economico per i padri del settore privato che abbiano usufruito di un congedo facoltativo nei primi 18 mesi di vita del bambino; il 54,0% dei papà lo ha chiesto ed ottenuto per 2 mesi, mentre il restante 46,0% per ben 3 mesi. Rispetto all’ammontare complessivo, l’importo medio erogato è stato di 1.329 euro con importi leggermente inferiori nel caso di cittadini comunitari (1.189 euro) ed extracomunitari (1.023 euro). La maggior parte dei papà (36,1%) ha ricevuto in totale 800 euro (2 mesi di congedo di congedo retribuito a 400 euro), mentre il 17,0 % ha ricevuto in tutto 2.400 euro (3 mesi di congedo non retribuito a 800 euro).

Altro elemento interessante e positivo è il fatto che questo congedo sia stato chiesto da padri che lavorano in ben 377 aziende dislocate sul territorio, e in 66 di esse ci sono stati più padri in congedo che hanno ricevuto il contributo provinciale, a testimonianza che anche il passaparola tra colleghi funziona. Il settore maggiormente rappresentato è quello manifatturiero, con ben 153 contributi pari al 31,0% del totale (mentre in questo settore lavorano il 24,4% dei dipendenti uomini), nonché il settore delle costruzioni con il 15,8% degli assegni erogati; decisamente poco presente, in rapporto alla composizione occupazionale, è invece il settore degli alberghi e della ristorazione con appena 25 domande presentate (pari al 5,1% del totale, mentre in questo settore lavora il 15,6% dei lavoratori dipendenti del privato). V.F.













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