Pasquetta, al lavoro il 50% dei commessi 

Domenica aperte le catene in centro. Ieri tutti i negozi e i grandi alimentari. Baldessari (Uil) : sempre più «no» dei lavoratori



BOLZANO. A Pasqua alcuni negozi delle principali catene di abbigliamento in centro a Bolzano e Merano hanno deciso di aprire. Prosegue così il fenomeno iniziato tre anni fa. Chiusi invece domenica il Twenty e il Centrum e tutto il settore alimentare.

A Pasquetta commercio a pieno regime. Ieri aperti i centri commerciali, i negozi del centro e le principali strutture dell’alimentare. L’Aspiag ha aperto in provincia i sei principali supermercati, tra cui l’Interspar in zona industriale. Aperti anche i supermercati Poli.

In Alto Adige contro le aperture domenicali e nei festivi è impegnata la diocesi. La Provincia ha provato a intervenire sugli orari, scontrandosi contro i propri poteri limitati sulla materia. I grandi gruppi rivendicano la libertà di impresa e l’affluenza abbondante di clienti nei giorni festivi. Ma qualcosa sta cambiando, segnalano i sindacati. «Un po’ alla volta, aumentano i lavoratori che non danno la disponibilità al lavoro nei festivi, come ad esempio Pasquetta», riferiscono Antonella Costanzo (Cgil) e Mauro Baldessari (Uil). Il sindacato in vista delle festività di Pasqua è stato impegnato nella campagna per le dichiarazioni di non disponibilità al lavoro festivo. «In base alle mie rilevazioni direi che a Pasquetta nei negozi aperti ha lavorato il 50% dei commessi e degli addetti. Aumentano i “no”», riferisce Baldessari. Come detto, il giorno di Pasqua in Alto Adige si è fermato il settore alimentare, a differenza di Trento. «In Trentino domenica abbiamo registrato purtroppo la rottura del gruppo Aldi, che ha inaugurato da poco i propri supermercati, e che ha deciso di aprire», riferisce Baldessari.

Per restare nel settore dei discount, Antonella Costanzo riferisce una novità su Bolzano: «Per la prima volta a Pasquetta ha aperto il gruppo Ld». E qui iniziano ad emergere i «no» dei lavoratori. «Diversi dipendenti della Ld hanno consegnato la dichiarazione di non disponibilità al lavoro festivo. Si tratta in molti casi dei dipendenti delle rappresentanze sindacali, ma è comunque un fenomeno che inizia ad essere interessante», dice Costanzo. La tendenza viene confermata da Baldessari: «Sì, i lavoratori hanno iniziato a esporsi, il peso del lavoro festivo e anche domenicale si fa sentire. Le aziende, devo dire, ne prendono atto. Nelle aziende c’è ormai la tendenza di inserire nel turno festivo i lavoratori di cui è nota la disponibilità a lavorare oppure, e qui c’è poco da essere soddisfatti, i lavoratori con contratto a termine, più esposti alle pressioni». Per le domeniche invece non è possibile presentare la dichiarazione di non disponibilità al lavoro. I sindacati non demordono. Così Antonella Costanzo: «Gli stessi fatturati delle aziende ci dicono che le aperture domenicali e festive non garantiscono entrate significative. I negozi possono riempirsi, ma gli acquisti non sono affatto proporzionali. Diciamo che negozi e centri commerciali aperti intrattengono le persone, ma non riempiono le casse». Baldessari guarda verso Roma: «In campagna elettorale abbiamo sentito molte voci contro le aperture a oltranza. Speriamo che il nuovo governo intervenga. Non sarebbe male anche che le stesse aziende inizino a ragionare sul senso di tutto questo. È necessario proseguire a oltranza con tutte le domeniche aperte, o quasi, e le forzature su Natale e Pasqua. Non si può tornare a chiudere qualche domenica?». (fr.g.)

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