Pedane per disabili sui bus Sasa promette verifiche 

Il presidente Stefano Pagani: «Noi da sempre attenti a queste problematiche» Ma altri utenti segnalano frequenti guasti e disagi sui mezzi di linea


di Paolo Tagliente


BOLZANO. «Stiamo valutando con attenzione quanto accaduto. Per ora, sembra che quanto riportato sul verbale dall’autista non corrisponda in toto a quanto dichiarato dal signor Nicolli». A parlare è Stefano Pagani, presidente della Sasa, commentando la brutta avventura vissuta mercoledì pomeriggio da Nicola Nicolli, su uno degli autobus dell’azienda di trasporti.

«Verificheremo, certo – continua Pagani – ma mi preme sottolineare che da parte di Sasa c’è sempre stata, c’è e ci sarà la massima attenzione per questo tipo di problematiche». Un impegno che senza dubbio c’è, ma che non mette al riparo l’azienda dagli strali di molti utenti diversamente abili che ieri, dopo aver letto della brutta avventura di Nicolli, hanno contattato la redazione dell’Alto Adige per raccontare di quanto accaduto loro. «Giorni fa – spiega una signora – ho cercato di salire su un mezzo di linea, ma la pedana non ha funzionato al meglio e io ho avuto grosse difficoltà a salire sul mezzo». Tutto finito? Niente affatto. «I tentativi sono durati qualche secondo – continua la donna – e gli altri passeggeri, spazientiti, hanno cominciato a sbuffare e protestare». Problemi tecnici e l’insensibilità della gente, insomma, avevano trasformato in un incubo un semplice e breve viaggio su un bus. E questa è solo una delle testimonianze arrivate. Proprio su queste pagine, ieri, Nicolli aveva raccontato di quello che gli era accaduto il giorno precedente. Uscito con la sua carrozzina dalla casa di riposo Don Bosco, in via Milano, l’uomo - molto noto negli ambienti sportivi cittadini dal momento che è stato un apprezzatissimo allenatore di calcio per più di trent’anni, contribuendo a scoprire talenti poi arrivati nella massima serie - aveva atteso alla fermata il mezzo che lo portasse fino in piazza Vittoria. Da lì, poi, Nicola avrebbe raggiunto il campo da calcio Righi, dove aveva intenzione di assistere alla partita della Virtus Bolzano. Ma quello che avrebbe dovuto essere uno spostamento di pochi minuti, s’era ben presto trasformato in un avventura. «Il primo bus – ha spiegato Nicolli – era dotato della necessaria pedana per consentire di salire alla persone in carrozzina. Ma il sistema non aveva risposto ai comandi dell’autista e la pedana non s’era messa nella posizione prevista per permettergli la salita. E così, Nicolli aveva atteso il mezzo successivo, ma la scena si era ripetuta: anche in quel caso la pedana non era funzionante. E così, determinato ad andare a vedere la partita, Nicola non s’era perso d’animo e aveva atteso il terzo autobus. E finalmente, la pedana aveva funzionato. L’allenatore era salito sul mezzo e, fiducioso, aveva iniziato il suo breve viaggio verso piazza Vittoria, dove sarebbe dovuto scendere. Dopo un inizio pessimo, insomma, tutto sembrava filar liscio. Fino a quando non è arrivato il momento di scendere: la carrozzina di Nicolli è salita sulla pedana che, anziché abbassarsi lentamente e depositarlo a terra, s’è spezzata all’improvviso, facendolo cadere rovinosamente e solo la prontezza di riflessi di Nicola, che nonostante la sua invalidità gli ha consentito di mettere le braccia avanti e gli ha permesso di cavarsela solo con qualche abrasione al volto e tanto spavento. «In quegli istanti, ho temuto di sbattere contro il muro che avevo di fronte e di morire. È una cosa incredibile. Queste cose non devono succedere» ha spiegato.

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