Pedofilia: c'è un quinto indagato nell'inchiesta di Bressanone

Il suo nome è stato fatto da due tredicenni, lui ha confessato. Altre quattro persone sono state arrestate nell'ambito della vicenda



BOLZANO. Irrompe un quinto uomo nell’inchiesta sui presunti pedofili brissinesi arrestati qualche settimana fa a conclusione dell’ inchiesta dei carabinieri. Il nuovo indagato non è stato sottoposto a misure cautelari, considerate non necessarie a tutela delle indagini tutt’ora in corso.
 Per il momento, dunque, l’uomo è stato solo denunciato a piede libero ed il suo nome è stato annotato sul registro degli indagati. Sono stati due ragazzini tredicenni, coinvolti nelle indagini, a indicare agli inquirenti un quinto uomo coinvolto nel giro di pedofilia e prostituzione minorile.
 Le indicazioni si sono dimostrate assolutamente fondate, nel senso che l’uomo è stato rintracciato, portato in caserma, interrogato sulla base di quanto raccontato dai minorenni. E l’uomo, del quale non è trapelata neppure l’età, avrebbe ammesso un episodio avvenuto un paio di anni fa con un rapporto a pagamento avuto con i due. La decisione dell’indagato di non negare e lo spirito di collaborazione dimostrato in diverse fasi dell’interrogatorio, hanno indotto il sostituto procuratore Benno Baumgartner a ritenere non giustificabile l’applicazione di misure cautelari. In effetti la piena ammissione dei fatti raccontati dai ragazzini ha eliminato alla radice ipotesi di pericolo di inquinamento prove, cioè di uno dei possibili presupposti che avrebbero potuto giustificare l’eventuale arresto.
 Ma il pubblico ministero Benno Baumgartner ha deciso di non «infierire» (sotto il profilo processuale) sul nuovo indagato anche in considerazione che i fatti in questione risalgono a due anni fa e che da allora, per stessa segnalazione dei ragazzini, l’uomo avrebbe evitato di frequentare ancora gli ambienti pedofili brissinesi. Con un comportamento di questo tipo è dunque risultato pressochè impossibile sostenere l’eventuale pericolo di reiterazione del reato, altra condizione che avrebbe potuto spalancare le porte del carcere per la detenzione cautelare.
 Nel frattempo l’inchiesta condotta dai carabinieri di Bressanone sta proseguendo con una serie di nuovi accertamenti e interrogatori. Per la prossima settimana dovrebbero essere fissate le deposizioni di alcuni dei ragazzini coinvolti nella vicenda. Si tratta di minorenni indotti a prostituirsi per pochi euro e che sarebbero stati contattati dai presunti pedofili anche davanti alle scuole. Gkli altri quattro arrestati restano in carcere a Verona.













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