Pendolari dell’elemosina, da Trento per mendicare

Tantissimi i cittadini nigeriani che arrivano in blocco dal capoluogo regionale «Arriviamo a guadagnare 50 euro al giorno e i più sensibili sono gli italiani»


di Alan Conti


BOLZANO. Mendicanti insistenti, a volte al limite della sopportazione. Il fenomeno di chi arriva in Centro a Bolzano per chiedere l’elemosina, però, è piuttosto ampio e abbraccia diverse situazioni. C’è chi ha bisogno davvero e chi no. Chi si muove in autonomia e chi, probabilmente, fa parte di un’organizzazione più ampia. Forse di un racket. Un fenomeno che trova, ovviamente, un detonatore nel periodo del Mercatino che porta nel capoluogo altoatesino (e non solo) centinaia di turisti. Di per sè un mercato piuttosto allettante per numero di persone, anche se tra i motivi per cui i mendicanti scelgono Bolzano il Mercatino non è al primo posto. A dirlo sono direttamente loro, raccogliendo le testimonianze di chi allunga un cappello verso i passanti. È il loro racconto, la loro versione, ma pur sempre uno spaccato di quello che accade quotidianamente nelle strade cittadine. A stupire, per esempio, è la larghissima presenza di cittadini nigeriani in arrivo da Trento. Tutti nello stesso giorno della settimana, tutti con una storia e degli obiettivi simili.

Eis, per esempio, ha 28 anni e staziona con regolarità lungo via della Mostra. «Io cerco lavoro, glielo assicuro, ma non trovo nulla. Alla fine chiedere un contributo a chi passa è il metodo più sicuro per garantirmi qualcosa da mettere sotto i denti. Arrivo da Trento solo alcuni giorni della settimana e rimango qui circa quattro ore».

In piazza Erbe incontriamo Solomon, 27 anni e anche lui niegreriano in arrivo da Trento, che non ritrae il cappello quando vede la nostra macchina fotografica, ma lo fa prontamente quando vede una macchina della polizia. «Rischiamo la multa e per noi è un disastro doverla pagare. Ci viene anche requisito quello che siamo riusciti a guadagnare in un giorno». Dice così: “guadagnare”. Quanto? «Se siamo fortunati arriviamo a 50 euro giornalieri. Noi paghiamo 200 euro al mese per dormire nella struttura che ci accoglie nel capoluogo regionale. In qualche modo dobbiamo fare fronte a queste spese di sopravvivenza». D’accordo, ma ci sarebbe la possibilità di cercare un’occupazione. «Ci offrono solo impieghi di qualche mese. Sono due anni che sono in Italia, scappato da una situazione insostenibile nel mio Paese. Sono anche andato a Salerno per fare dei piccoli lavoretti. Poi nulla». Scusi, ma perchè mendicare a Bolzano e non a Trento? «Perchè gli altoatesini sono mediamente più ricchi e più disponibili a questo atto di generosità». E c’è il Mercatino. «Sì, certo, ma non creda che questo sia un aspetto davvero determinante. I più disponibili con noi sono proprio i residenti. Anzi, le dirò che i più generosi sono gli altoatesini italiani». Dalla vicina Trento, però, arrivate in tanti: permetta che la coincidenza suoni alquanto strana. «Veniamo con il treno della mattina e tra di noi ci raccontiamo, ovviamente, dove ci sono più possibilità. Non a caso a Trento non chiediamo mai l’elemosina». Cinquanta euro di raccolta, però, non se ne vanno in larga parte per pagare il trasferimento? «Il treno? Guardi, onestamente non lo paghiamo sempre. Qualche volta sì, qualche volta no. Dipende anche da come si mette la giornata». Poco più in là altri due cittadini nigeriani riportano lo stesso identico racconto dei connazionali.

Che Bolzano sia una piazza di richiamo addirittura europeo, però, ce lo conferma Riccardo, cittadino ungherese di 27 anni. «Io ho scelto di fare la vita di strada e lo faccio senza avere una residenza fissa. Ho girato l’Europa e tra Olanda, Germania, Austria e Repubblica Ceca devo dire che Bolzano è una delle realtà dove le strutture d’assistenza sono più sicure e la gente generalmente più accogliente e ben disposta nei nostri confronti. Elementi che fanno la differenza».

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