IL CASO

«Per tornare dal Messico abbiamo ripagato il ticket» 

Sono 28 i bolzanini che avevano versato 1.800 euro alla Neverland di via Torino. Ma in mano hanno il biglietto di sola andata. La Provincia: l’agenzia ha la polizza?


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Adesso siamo più tranquilli: abbiamo pagato con un bonifico il biglietto aereo per consentire alle nostre figlie Valentina e Valeria, 29 e 25 anni, di tornare a casa. La stessa cosa hanno fatto gli altri 26 componenti del gruppo di bolzanini che era partito il 21 giugno da Malpensa. Per fortuna hanno potuto contare sull’aiuto prezioso di Alamos, un tour operator del posto, che ha capito la situazione, e si è dato da fare per cercare 28 posti sul volo Alpitour del 5 luglio da Cancùn».

Maria Rosaria Carotenuto, martedì mattina, quando è esploso il caso Neverland era davanti all’ingresso dell’agenzia viaggi di via Torino, per capire cosa stesse succedendo. Da quel momento, lei e il marito non hanno smesso neppure per un momento di seguire la sorte del gruppo dei bolzanini che hanno speso 1.790 euro a testa - totale 50 mila euro - per due settimane in Messico tutto compreso: pullman da via Dalmazia fino a Malpensa, biglietti aerei, 4 giorni di tour nei siti Maya e poi relax in un villaggio 5 stelle superior.

Bolzano, i viaggiatori inferociti assediano l'agenzia viaggi

Niente vacanze, addio viaggi e soldi spariti. Nonostante avessero prenotato e pagato, alcuni cifre superiori ai 10 mila euro, decine di clienti dell'agenzia Neverland di via Torino a Bolzano hanno scoperto che dovranno restare a casa. Non solo: il denaro che avevano versato come acconto o saldo dei viaggi è sparito. Ed è subito partito l'assedio davanti all'agenzia - LEGGI L'ARTICOLO

Solo andata. Quando è scoppiato il caos e un centinaio di clienti - scoperto che i soldi versati per pagare soggiorni, viaggi e voli non erano mai stati girati ai tour operator - ha assediato l’Agenzia, anche il gruppo che si trovava in Messico ha capito di essere stato beffato. Per loro la Neverland aveva acquistato un biglietto di sola andata. «Alla partenza la titolare - racconta la madre - aveva giustificato la mancanza dei biglietti di ritorno, sostenendo che c’erano stati dei disguidi con la compagnia aerea e i documenti sarebbero arrivati proprio martedì. Inutile dire che non è mai arrivato nulla. A quanto pare neppure il tour operator di lì ha ricevuto i soldi del soggiorno. Peccato, perché questa brutta storia ha rovinato il viaggio al gruppo. E alle mie figlie, ovviamente, che hanno lavorato tutto l’anno, facendo supplenze, per mettere da parte i soldi. La vacanza in Messico doveva essere il regalo per festeggiare la laurea in Lettere di entrambe».

Intanto i clienti beffati - sono almeno una settantina che hanno presentato denuncia - dopo aver messo una croce definitiva su viaggi e vacanze sognate e pagate spesso con mesi di risparmi - sperano di riuscire a recuperare almeno parte dei soldi versati: si parla di una media di 2-3 mila euro a testa. L’avvocato Francesco Coran, legale di Laura Seppi titolare dell’Agenzia, sta cercando di capire esattamente a quanto ammontano i debiti accumulati nell’ultimo periodo: dovrebbero aggirarsi intorno ai 100 mila euro, ma potrebbero essere anche di più. «La signora Seppi - assicura Coran - sta preparando un prospetto con tutte le posizioni dei clienti. Si cercherà di fare di tutto per rimborsarli almeno in parte».

I controlli tardivi. Ieri intanto l’Ufficio turismo della Provincia ha scritto alla Neverland chiedendo conferma della stipula delle assicurazioni: una è la polizza per la responsabilità civile per la quale la legge provinciale ha fissato un massimale minimo di un milione e mezzo di euro ed è necessaria per aprire un’agenzia viaggi; l’altra è la polizza per inadempienze e fallimento introdotta nel 2016 senza però le sanzioni che scattano dal 1ºluglio. La Neverland non ha questa seconda assicurazione che oggi garantirebbe i clienti. In realtà, già il 10 aprile la Provincia aveva chiesto copia della polizza, ma non aveva ottenuto risposta. Forse, bisognava intervenire prima.













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