Lavori pubblici

Pnrr, pesanti difficoltà nei bandi per le scuole 

Tempi ristretti, burocrazia in aumento, manca la certezza dei finanziamenti: per la messa in sicurezza a disposizione 6,4 milioni. Fanno domanda 19 Comuni per 64,5 milioni



BOLZANO. Non è tutto oro ciò che luccica. È proprio il caso di dirlo se si prende in considerazione il Pnrr: in teoria un’occasione imperdibile, nella pratica accedere ai fondi Ue risulta quanto meno problematico. Come nel caso dei finanziamenti previsti per le scuole altoatesine.

«Sarebbe stato meglio se fossimo stati noi a gestire direttamente gli 84 milioni destinati all’Alto Adige», così l’assessore provinciale ai lavori pubblici Massimo Bessone. E i tecnici, provinciali e comunali, concordano. Un caso emblematico riguarda le scuole Archimede di Bolzano.

Come spiega il direttore del dipartimento provinciale edilizia, libro fondiario, catasto e patrimonio, Davide Gemmellaro, a livello nazionale esistono sei differenti bandi per le scuole. All’Alto Adige in teoria sono stati destinati in totale 84 milioni di euro: 42 per gli asili nido, 17,7 per le scuole dell’infanzia, 3,1 per le mense, 6,4 per lo sporto a scuola ecc. Cinque sono bandi ai quali accedono direttamente i diversi Comuni, seppur col supporto della task force provinciale sul Pnrr per chiarimenti, documentazione ecc. Poi c’era un bando particolare per la messa in sicurezza e la riqualificazione del patrimonio edilizio scolastico.

È stata la Provincia, su incarico di Roma, a predisporre il bando da 6,4 milioni di euro (in totale). Tutt’altro che una cifra ingente, tanto che in Provincia sono pervenute 19 richieste da altrettanti Comuni, per un totale di 64,5 milioni. In teoria, in base alla consistenza della popolazione scolastica, il 70% era destinato alle scuole comunali (elementari e medie), il 30% alle scuole provinciali (superiori). In realtà, come chiarisce l’assessore Bessone, la Provincia ha rinunciato alla propria quota in favore dei Comuni. Uno dei nodi principali di questi bandi sono le modalità di presentazione. «Si impongono requisiti molto stringenti», conferma Gemmellaro. «E i bandi non prevedono distinzioni col resto d’Italia».

Dove gli edifici sono in condizioni peggiori, di classi energetiche inferiori, spesso con cattiva manutenzione. Insomma, paradossalmente l’Alto Adige rischia di essere penalizzato perché più ricco e virtuoso. Per questo bando in Provincia sono giunte 20 domande, una in ritardo, un paio non erano ammissibili. Si è stilata una graduatoria e ora la si è trasmessa al ministero dell’Istruzione. Ovviamente, non tutte le richieste saranno esaudite, anche se si spera che altre regioni non siano state così solerti. In tal caso, eventuali fondi eccedenti potrebbero essere travasati in provincia. Della serie: «Meglio provarci comunque che mangiarsi poi le mani, anche se il carico burocratico aumenta notevolmente, in fase di bando e per la rendicontazione», come chiosa l’architetto Sergio Berantelli, direttore della ripartizione lavori pubblici del Comune di Bolzano.

Ora, passato il vaglio provinciale, a Roma faranno un secondo check e poi, se andrà tutto liscio, i Comuni vincitori del bando verranno contattati per un primo contributo e altri contributi successivi, fino al 90%. Il saldo giungerà solo dopo il collaudo. L’intoppo fondamentale, il peggiore, è la tempistica. I cantieri dovranno essere terminati per il 2025/2026.

«In pratica - spiega Gemmellaro - bisogna essere pronti a partire domani: studio di fattibilità approvato, gara per la progettazione già fatta. Insomma, tutto deve essere ben avviato. Dev’esserci già il progetto definitivo se non l’esecutivo. Una volta ricevuto l’ok da Roma, si deve essere in grado di appaltare i lavori e entro sei mesi avere le pachere in cantiere». Insomma, bisogna pedalare. Nel 90% dei casi le 20 domande presentate riguardano un aumento della classe energetica. Gli importi richiesti vanno da un minimo di 134 mila euro a un massimo di 4,5 milioni. E i contributi maggiori sono stati richiesti dai Comuni piccoli, quelli con meno disponibilità finanziarie. Per capire le difficoltà, è illuminante considerare il caso di Bolzano. Si è chiesto un finanziamento piccolo, di 1,7 milioni di euro, per il primo lotto della scuola media Archimede. I lavori erano già ampiamente previsti.

Come chiarisce l’ingegner Donatella Batelli, direttrice dell'ufficio edilizia scolastica del Comune, i lavori di ampliamento costeranno 17 milioni: 15,3 finanziati dalla Provincia, altri 1,7 di oneri in capo al Comune. Per questi si è chiesto il finanziamento del Pnrr. «Si tratta di bandi molto capestro sulle tempistiche di progetto: devi avere già l’esecutivo in tasca e garantire la fine lavori e addirittura il collaudo per marzo 2026». Tempistiche irragionevoli per un’opera pubblica, anche nell’efficientissima Bolzano.

Le Archimede sono state l’unica scuola per cui si è potuto chiedere qualcosa, perché era già tutto pronto. Si stava predisponendo il bando per i lavori. Ora, in attesa dell’ok da Roma, si è dovuto stoppare. E se dovesse arrivare il via libera, si dovrà riscrivere il bando in funzione del Pnrr, che poi imporrà pesanti oneri di rendicontazione. Insomma: tanto lavoro in più, denari (se non pochi di certo non molti) che non si sa se arriveranno o meno. E intanto le tempistiche si dilatano. Il Comune avrebbe voluto avviare il cantiere nel 2022 per terminarlo nel 2024. Ma ora, è difficile fare delle previsioni certe. DA.PA.













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