Pro Benko e anti Benko I comitati si fronteggiano

Riscende in campo Il Nostro Virgolo: abbiamo fermato Thun, ci ripeteremo “Bolzano Domani” incontra il sindaco: dobbiamo riqualificare la stazione dei bus


di Davide Pasquali


BOLZANO. Non poteva non accadere: i due fronti - pro Benko e anti Benko - scendono in campo. I secondi, difensori a spada tratta del Virgolo, si rifanno vivi per contrastare l’imprenditore austriaco dopo aver contribuito ad affossare il progetto Thun. I primi sono invece impegnati a tessere reti di dialogo colle istituzioni.

Bolzano Domani. La neocostituita associazione ha incontrato il sindaco per presentare i suoi scopi e le sue finalità. L’associazione, presieduta da Anna Pitarelli e che conta ormai centinaia di iscritti, nasce con la volontà di favorire iniziative di sviluppo economico e sociale e si propone come interlocutrice della pubblica amministrazione in una logica di necessaria forte collaborazione tra pubblico e privato. «ll nome scelto dall'associazione - così Pitarelli - testimonia la volontà di svolgere una funzione attiva e permanente, per e non contro, in una logica di sviluppo qualitativo. In questo senso si sostiene con convinzione l’opportunità di riqualificare in tempi brevi la zona della stazione autocorriere, con un progetto di grande qualità architettonica, autofinanziato e capace di dare impulso nuovo a tutta la città». Spagnolli, chiude Pitarelli, «ha apprezzato la nascita di questa nuova associazione e il suo spirito di collaborazione, condividendo la necessità di dare avvio concreto alla riqualificazione dell’area, secondo le indicazioni urbanistiche predisposte dal Comune stesso».

Il Nostro Virgolo. Dopo anni in cui intorno al Virgolo era sceso il silenzio più assoluto, controbatte Verena Segato, portavoce dello storico comitato, «ora un ricco imprenditore austriaco – entrato probabilmente in contatto con la solita lobby di costruttori altoatesini – ha avuto l'input di acquistare l'area del Virgolo e di utilizzarlo come merce di scambio per la cittadinanza: tramite un restyling non meglio definito (quale sarebbe la proporzione tra il verde e il cemento e cosa esattamente si vorrebbe realizzare lassù?) si vorrebbe donare alla città una zona ricreativa mentre poco più sotto, nel cuore della città, si trasformerebbe una zona verde già esistente, il parco della stazione, in un complesso abitativo e commerciale». Gli argomenti a favore di una trasformazione del parco della stazione «sono gli stessi già sentiti in relazione al Virgolo: “un'area dismessa, degradata” che secondo imprenditori e amministratori verrebbe - dopo un massiccio intervento - restituita alla popolazione». Come bolzanini a cui la propria città sta a cuore «ci si domanda se non vi sia da parte dell'amministrazione comunale una certa noncuranza nei confronti del proprio patrimonio naturale – e se effettivamente di noncuranza si tratta e non di calcoli finalizzati ad un futuro interesse imprenditoriale per lavarsene elegantemente le mani, sottraendosi alle proprie responsabilità di rappresentanti dei cittadini». Ben venga un benefattore disinteressato, «un magnate che vorrebbe donare alla città un luogo di ricreazione, ma stiamo attenti a non svendere il nostro territorio». La nostra città ha già conosciuto la cementificazione selvaggia, «abbiamo visto realizzare progetti faraonici che non hanno mantenuto le promesse in termini di qualità della vita e creazione di posti di lavoro. Ora vorremmo che la nostra amministrazione comunale avesse una visione globale e concreta sul futuro della città e non soltanto uno sguardo miope e abbagliato».













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