Il caso

Prof sospeso al Pascoli, avviata un’indagine

Segnalazione alla Procura partita dal liceo dopo un episodio in gita scolastica. L’avvocato Crisafulli: «A disposizione delle autorità». Arriva un’altra lettera di un’ex studentessa 


Aliosha Bona


BOLZANO. Le indagini della Procura della Repubblica nei confronti del docente del liceo artistico Pascoli - sospeso per tre mesi e rientrato in servizio mercoledì - proseguono da tempo. Da quando la dirigente Laura Cocciardi, tra fine dicembre e inizio gennaio, ha inviato «una segnalazione alla procura ordinaria al fine di accertare eventuali responsabilità dopo le lamentele di alcune alunne». A confermarlo è Luca Crisafulli, l'avvocato che difende il professore.

La preside si sarebbe mossa in seguito ad alcuni fatti avvenuti in gita scolastica. «Stavano giocando, assieme ad altri studenti e insegnanti, quando il mio assistito ha preso sottobraccio una sua allieva», dice Crisafulli, «Quel gesto innocente aveva creato un disagio tale alla ragazza, da spingerla a segnalarlo. È uno dei tanti piccoli episodi di fisicità amichevole che la sovrintendenza ha consigliato di evitare. È un'indicazione che, sbagliata o giusta che sia, va seguita».

Un'altra lettera

Il professore, sospettato di comportamenti inopportuni, ha ricominciato le sue lezioni mercoledì scorso. Lo ha fatto mentre 150 alunni, nel cortile del Pascoli, protestavano contro il suo rientro in servizio. Nei giorni seguenti le voci si sono moltiplicate attraverso dure prese di posizione, alcune pubblicate sui social, la maggior parte in forma anonima. Sono scese in campo anche alcune ex studentesse. Una di loro, in una lunga lettera riferisce diverse situazioni che hanno toccato lei e alcune compagne. E sostiene: «Non sono episodi isolati, vanno avanti da anni, abbiamo avuto modo di parlare anche con ragazze più grandi di noi e ci hanno riportato le stesse cose». E aggiunge: «Le ragazze non denunciano perché hanno paura delle ripercussioni, e di non essere credute. Finora nessuna di noi aveva avuto il coraggio di denunciare, ma vedere ragazze più piccole costrette a subire le stesse cose ci ha dato la spinta per rimetterci in gioco, nonostante non sia più un problema che ci tocchi in prima persona».

La Procura indaga, ma il professore non sarebbe ancora stato ascoltato dagli investigatori. «Il mio assistito è a disposizione delle autorità per ulteriori chiarimenti», dichiara Crisafulli, «In questi giorni ha ricevuto diversi attestati di stima e solidarietà da parte di alcuni colleghi. Soprattutto da chi lo conosce da tempo e conosce il suo modo di rapportarsi con gli alunni». In questi giorni verrà convocata un'assemblea da parte del Comitato genitori del Pascoli per discutere della situazione e di come è stata gestita la protesta. 













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