La protesta al Pascoli di Bolzano

Prof sospeso, si muove la Procura. L'avvocato: «Nessuna molestia»

Circa 150 studenti hanno manifestato nel cortile contro il docente tornato ieri in servizio. Luca Crisafulli è il legale dell’insegnante: «Gli atti ufficiali parlano di fisicità amichevole. Le accuse sono diffamatorie


Aliosha Bona


BOLZANO. «Scuola libera dalle molestie o liberata da noi. A voi la scelta». Così recita lo striscione esposto da centocinquanta ragazze e ragazzi del liceo artistico “Pascoli”. Hanno protestato contro il rientro in servizio di un loro professore, tornato proprio ieri dietro la cattedra. Era stato sospeso a fine dicembre per il sospetto di comportamenti inopportuni nei confronti di alcune studentesse.

La sovrintendenza scolastica, dopo la segnalazione di un episodio avvenuto in gita, aveva avviato un procedimento disciplinare scaturito in un ammonimento.«Nel fascicolo si parla di fisicità amichevole, come poteva essere un bacio sulla testa o una pacca sulla spalla dopo un compito ben svolto. Tutto ciò al solo fine di incoraggiare allieve ed allievi», interviene Luca Crisafulli, l'avvocato che difende l'insegnante, «La sovrintendenza ha rilevato che questi comportamenti sono da evitare, ma smentiamo assolutamente ogni coinvolgimento in merito a molestie, sia verbali che fisiche. Sono accuse gravi e diffamatorie».

La Procura avrebbe comunque avviato una fase di verifiche dopo la denuncia da parte di una studentessa, proprio per i sospetti di comportamenti inopportuni. Interpellata sul caso, la sovrintendenza al momento non conferma, né smentisce: «Sono state attivate delle procedure e la situazione continua a essere attenzionata».

La scritta sulla facciata

L'insegnante si trovava già in classe quando è partita la manifestazione. È stata una protesta pacifica, quella dei 150 studenti: si sono radunati nel cortile della scuola alle 7.45 e, rifiutandosi di prendere parte alle prime due ore di lezione, hanno fatto sentire la propria voce, esponendo lo striscione. I ragazzi si dissociano invece da una scritta comparsa nella notte sulla facciata del liceo: la parola "molestatore" è stata accompagnata dal cognome del professore. «Dopo anni di silenzio finalmente eravamo riusciti a unirci, segnalando il nostro disagio», sottolinea uno degli studenti, «Purtroppo qualcuno ha deciso di fare di testa propria. Quella scritta non appartiene ai modi della nostra protesta».

La Digos indaga sull'autore o gli autori del vandalismo attraverso le telecamere, mentre l'avvocato Crisafulli valuta di presentare un esposto «perché si tratta di un atto gravemente diffamatorio».

L'episodio precedente

L'avvocato Luca Crisafulli difende l'insegnante del “Pascoli” da oltre tre anni. Da quando era stato accusato da alcune studentesse di palpeggiamenti e presunte molestie. In quel caso si aprì un procedimento disciplinare, parallelamente a un'indagine penale. «Entrambe furono archiviate senza sanzioni e senza nemmeno andare a processo», racconta lo stesso Crisafulli, «Un gruppo di studentesse aveva avanzato delle accuse infondate per fargliela pagare, in quanto il docente aveva messo una nota sul registro nei confronti di una di loro, escludendola da un importante concorso. In una scuola così piccola le voci si sono diffuse in fretta...e quest'anno è accaduto qualcosa di molto simile».

L'incontro urgente

Ad oggi il professore è regolarmente in servizio in diverse classi del liceo artistico. A giorni, invece, verrà convocata un'assemblea da parte del Comitato genitori del Pascoli. «Discuteremo di come è stata gestita la situazione», rivela il presidente Andrea Scalco, «Soprattutto alla luce della scritta comparsa sulla facciata. Sono il primo a non tollerare alcun tipo di abuso, ma è giusto andare a fondo della questione, senza danneggiare una proprietà pubblica con una frase diffamatoria. Va tutto ai danni di una scuola che ha sempre operato con opere di sensibilizzazione». 













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