Il caso al Pascoli

Professore sospeso, la preside: «Ho fatto tutto il possibile»

La dirigente Laura Cocciardi fa chiarezza: «La protesta degli studenti? Giusta, se fatta con rispetto». Un’ex allieva: «Ai miei tempi avevamo paura, felice che abbiano trovato il coraggio». Aumentano le segnalazioni


Aliosha Bona


BOLZANO. «Da quando ricopro questo ruolo ho fatto il possibile per tutelare i miei studenti da abusi o comportamenti scorretti. E continuerò a farlo. La scuola non si è mai nascosta. Al contrario, ha sempre incentivato a parlarne e a denunciare eventuali episodi di molestia. La protesta sotto la scuola? È giusta, se per loro ha un significato, a patto che alla base ci sia il rispetto». La preside del liceo artistico Pascoli, Laura Cocciardi, prende posizione sul caso del professore sospeso per tre mesi e rientrato in servizio mercoledì tra le polemiche degli alunni.

Il motivo della sospensione, decretata dalla sovrintendenza scolastica, riguardava il sospetto di comportamenti inopportuni del docente nei confronti di alcune studentesse. Uno degli ultimi episodi sarebbe accaduto in gita, spingendo una ragazza a denunciarlo a fine dicembre, facendo scattare il procedimento disciplinare (scaturito in un semplice avvertimento).Ma in realtà le denunce penali contro il professore sarebbero più di una. La prima di cui si ha contezza risalirebbe al 2021: in quel caso l'indagine venne archiviata per insufficienza di prove.

La lettera di un'ex allieva

Nel frattempo le segnalazioni contro gli atteggiamenti del docente aumentano. In redazione è arrivata una lunga lettera da parte di un'ex studentessa, allieva del docente. «Sono contenta che ora se ne stia parlando, perché ai miei tempi non abbiamo avuto il coraggio», spiega la ragazza, di cui non riveliamo l'identità per motivi di privacy, «Ora altre mie ex compagne di classe potrebbero farsi avanti. Credo fermamente che la questione sia molto più grave di ciò che appare e richieda una risposta tempestiva e adeguata».

Nel contenuto della lettera ci sono i riferimenti a comportamenti inopportuni, che l'avvocato di difesa, Luca Crisafulli, definisce invece una semplice «fisicità amichevole», facendo riferimento a «baci sulla testa e pacche sulla spalla di incoraggiamento dopo un compito ben svolto». Il legale del docente fa sapere che il suo assistito è regolarmente in servizio, ma allo stesso tempo è «molto provato e in questa fase non vuole rilasciare dichiarazioni».

La frase sulla facciata

La scritta sulla facciata del liceo, che associava la parola "molestatore" al cognome del professore, è stata già cancellata. «Sono andata io personalmente a presentare denuncia alle forze dell'ordine», informa la dirigente Laura Cocciardi, «Sono certa che studenti e studentesse non abbiano nulla a che fare con quella frase diffamatoria. Allo stesso tempo è giusto che esprimano con rispetto le loro opinioni. Abbiamo sempre agito in prima linea contro ogni tipo di violenza, come accaduto recentemente con il femminicidio di Giulia Cecchettin». Per diverse settimane gli studenti hanno letto testi, recitato slogan e suonato per dire basta a ruoli di genere, abusi e morti violente.

Il sindacato

Alcuni alunni, assieme ai loro genitori, si sono opposti al ritorno in servizio del professore. Attraverso la protesta di mercoledì in cortile, ma anche con decine di mail che sarebbero state inviate alla dirigenza negli scorsi mesi. «Sospensioni così lunghe non ne ricordo», sottolinea Stefano Barbacetto, segretario della Cgil Scuola, «I fatti sono stati considerati di media gravità da parte della sovrintendenza, altrimenti ci sarebbe stato il licenziamento. È un caso delicato, perché se è vero che dobbiamo tutelare le studentesse, allo stesso tempo vale la presunzione di innocenza».

La Procura si starebbe muovendo con una serie di verifiche. «Siamo a disposizione della magistratura», fa sapere Marco Galateo, neoassessore all'istruzione italiana, «Stiamo attuando tutte le procedure del caso e la situazione continua ad essere attenzionata».













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