“Prove” di Arendt sotto il duce a cavallo

Tecnici al lavoro in piazza Tribunale per “testare” la scritta lunga 36 metri contro le dittature. Sarà illuminata


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Le lettere ci sono. Una dopo l'altra. E già fissate nella loro successione: «Nessuno ha il diritto di obbedire». La firma non ci sarà ma è di Hannah Arendt. Specularmente potrebbe suonare così: tutti hanno il dovere di disobbedire. Nel senso che quando ci sono di mezzo le dittature non è che che uno può cavarsela, detto volgarmente, giustificandosi con un semplice: beh, me lo hanno ordinato... Insomma, un bel modo di riflettere su quanti hanno fatto di questa terra una palestra dei nazionalismi, da nord e da sud. «Da un po' di giorni i tecnici stanno provando le proporzioni, i sistemi di fissaggio, qualche luce». Chi parla è Andrea Di Michele. Storico, studioso di vicende nostre e no, già autore con la stessa commissione, della riconversione morbida del Monumento. In sostanza tutto è pronto per far scorrere la frase lungo il bassorilievo del duce a cavallo, in Piazza Tribunale. Un'operazione contrastata e contestata ma sicuramente coraggiosa. Unica in Italia. E, forse, in Europa. Un'"azione" pienamente contemporanea anche in senso estetico che viene messa in dialogo con un manufatto razionalista, carico di significati ideologici e politici. E non solo nel Ventennio, anche adesso. Materiali di oggi, luci e tecnologia accanto alla pietra modernista. I lavori stavano passando sotto silenzio ma Francesco Bragadin, già consigliere di circoscrizione, passando lì per caso ha immortalato l'operazione. E l'ha postata su Facebook. «Mi hanno intimato di non fotografare e di andarmene - ha anche scritto - e io ho risposto: ma come vi permettete, sono un libero cittadino...». Insomma, un piccolo screzio. Subito commentato da amici di area, come Galateo o Puglisi Ghizzi. Ma Di Michele sorride: «Qualcuno si è fatto prendere dal nervosismo, anche tra i tecnici. Naturalmente ognuno può fare quello che vuole, anche fotografare, ci mancherebbe. Immagino comunque che la scritta potrà suscitare qualche agitazione...». In termini tecnici si chiama "depotenziamento". Come l'anello sul Monumento. Ma questa attiverà un meccanismo più complesso. Innanzitutto la scritta ha tolto terreno sotto i piedi a quanti pretendevano di spostare il bassorilievo in un museo. Opzione tuttaltro che peregrina solo qualche anno fa. Poi per il senso della frase. Poi per il suo lato architettonico. In questo, molto è contato l'apporto degli storici: «Una prima idea, anche dei proponenti - rivela Andrea Di Michele - era di fissare ogni lettera con dei bulloni alla pietra dell'opera. Ma questo significava intaccarne l'unità e anche, nel caso, danneggiarla irreparabilmente. La scritta sarà invece a distanza». Sarà in tre lingue, la frase. E tutta in linea di fila, non con sotto l'italiano e sopra il tedesco o viceversa. Poi sarà lunga 36 metri. E correrà lungo tutto il fronte del bassorilievo. Sarà illuminata. Ma non da luci esterne. Ogni lettera è piena, non trasparente e conterrà una fonte luminosa autonoma che sarà accesa al calar della sera. È stata prevista sospesa, e lo sarà per mezzo di alcuni tiranti, quasi invisibili nel loro minimo spessore, che la faranno flottare proprio nel mezzo, dove i due temi del bassorilievo, in alto e in basso, si dividono. Alcune lettere saranno proprio sul cavallo. «Lo so - aggiunge Di Michele - che quanti spingevano per sradicare l'opera ora diranno: con queste luci sarà ancora più enfatizzata...». D'altra parte, l'opposto fronte obietterà sull'intangibilità violata di una testimonianza storica. In ogni caso, ci sarà dialettica, anche questa prevista. Anzi, quasi invocata, oggettivamente, dall'operazione. Che ha proprio lo scopo di far discutere, riflettere. E infine mostrare in una luce più contrastata e complessa momenti storici, politici e architettonici ancora molto presenti. «Quando sarà pronta? Per noi anche adesso - conclude lo storico membro della commissione - ma occorrerà attendere il via libera tecnico delle sovrintendenze. Una previsione? Quest'autunno». Nella piazza, un poco discosto, sarà montato a breve anche un gazebo che fornirà la contestualizzazione storica degli edifici, del bassorilievo e del depotenziamento in atto.













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