Quasi 300 i patentati over 90

L’istruttore di guida: «Sono i giovani i più pericolosi». Ma c’è anche chi chiede regole più severe


di Antonella Mattioli


BOLZANO. È accaduto una quindicina di giorni fa: un ottantacinquenne meranese, alla guida di una 500, imbocca contromano la superstrada Mebo all’altezza dello svincolo di Lagundo e si schianta contro una Mercedes. Tragico il bilancio: un morto, l’anziano, e due feriti. Quell’incidente ha riacceso il dibattito sull’opportunità di rilasciare la patente dopo una certa età. È vero infatti che l’invecchiamento comporta un rallentamento dei riflessi e in genere un minor utilizzo della macchina: due elementi che messi assieme possono rendere meno sicura la guida. Ma è altrettanto vero che oggi si vive più a lungo e la patente è un simbolo importante di indipendenza al quale nessuno rinuncia tanto facilmente.

I numeri. Lo dimostrano le cifre. In Alto Adige sono 16.258 le persone con più di 75 anni che hanno la patente. Di questi gli ottantenni sono 1.302, gli ottantacinquenni 474, gli ottantanovenni 143. E siccome formalmente non esiste un limite anagrafico per ottenere la patente, alla voce over 90 ci sono 280 persone abilitate ad andare in macchina.

Dai 18 anni in su dunque ogni età è buona per avere la patente: quella che cambia è la durata del documento. Fino a 50 anni la patente per la categoria B viene rilasciata per un periodo di 10 anni. Dai 50 ai 70 per 5; per gli over 70 la durata della patente si riduce a 3 anni, che diventano 2 per chi ha superato gli 80. Come per tutti gli altri titolari di patente, anche per gli over 80, la patente categoria B viene rinnovata normalmente dall’ufficiale sanitario; soltanto in caso di patologie o di gravi incidenti stradali devono andare per il rinnovo davanti alla commissione medica e in questo caso può capitare che la validità della patente venga limitata con una scadenza di un anno o sei mesi.

Ma dopo una certa età bisognerebbe porre un limite alla concessione della patente?

I pregiudizi. «A mio avviso - dice Andrea Maffei, istruttore di guida con anni di esperienza alle spalle - bisogna sfatare i luoghi comuni tipo “donne al volante pericolo costante” che fa il paio con “gli anziani non sanno andare in macchina”. Le statistiche fotografano una realtà completamente diversa, visto che gli incidenti più disastrosi sono causati in media da giovani fino a 30 anni, perché non sanno guidare e si sopravvalutano con le conseguenze che questo tipo di atteggiamento spesso comportano. Viceversa gli anziani in genere vanno piano e usano la macchina per girare in città o comunque solo per brevi spostamenti. Certo, a chi va di fretta danno fastidio perché spesso sono impacciati sulle rotatorie e si attardano un po’ troppo ai semafori, ma in linea di massima la loro guida non è pericolosa. Anche se la macchina la usano magari poco, è sinonimo di libertà e indipendenza. Mi è capitato spesso di vedere anziani cui la patente viene negata, lasciarsi andare. Ricordo un episodio commovente: un signore ormai in là negli anni, si era visto negare il rinnovo del documento. Era disperato perché finalmente, dopo anni di attesa, l’Ipes gli aveva assegnato un alloggio e la macchina gli serviva per fare il trasloco. Si era rivolto alla scuola guida per vedere se in qualche modo era possibile aiutarlo ad avere la patente solo per un brevissimo periodo. Ovviamente, non è possibile».

Il test in strada. Anche Enrico Fazzi, presidente della Safety Road Academy, è tra coloro che sono contrari a mettere un limite anagrafico alla patente, però ritiene che “dopo una certa età la visita medica dovrebbe essere più approfondita e sarebbe auspicabile che fosse seguita da una prova in strada”.

«È vero - dice - che oggi le macchine sono più sicure e correggono automaticamente anche qualche errore di guida, ma è il traffico che è diventato più caotico e gli automobilisti in genere sono più stressati e distratti. In questa situazione anche per l’anziano è diventato più difficile guidare».

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