«Quel calendario è sessista», la protesta parte da Bolzano

Bolzano. È partita da Bolzano per raggiungere tutt'Italia la petizione di “Se Non Ora Quando Alto Adige” con la quale la capofila Nadia Mazzardis, assieme a decine di altre attiviste altoatesine e...



Bolzano. È partita da Bolzano per raggiungere tutt'Italia la petizione di “Se Non Ora Quando Alto Adige” con la quale la capofila Nadia Mazzardis, assieme a decine di altre attiviste altoatesine e non, chiede il ritiro del calendario “Italienza” pubblicato recentemente dal Codacons e raffigurante corpi di dodici donne senza veli con tanto di concorso ad estrazione “Vota il mese preferito”. Un appello partito da Bolzano , dopo che Mazzardis aveva censurato l'iniziativa, appunto, del Codacons nella quale la distribuzione di un calendario che aveva unito le parole “Italia” e “Resilienza” veniva giustificata nei termini di un: «Progetto dedicato alla voglia di riscatto del Paese alle prese con la pandemia», si legge direttamente nella pagina web del Codacons dedicata al concorso. «Baci da...» è la dicitura presente in ognuno dei dodici scatti raffiguranti donne senza veli ad opera della fotografa Tiziana Luxardo, tra le quali il Codacons chiede di scegliere la migliore, ovviamente, sulla base di criteri meramente estetici, duramente criticati da Mazzardis.

Nel suo appello, “Se Non Ora Quando” giudica come: «Inaccettabile che ancora oggi, nel 2020, dopo tante battaglie che le donne hanno intrapreso per abbattere gli stereotipi di genere ancora presenti nella nostra cultura, si pensi che per rappresentare la resilienza italiana non ci sia di meglio che fotografare dodici giovani donne nude “coperte” da una mascherina tricolore», si legge nella nota.

«La resilienza, le donne italiane durante la pandemia l’hanno dimostrata invece lavorando negli ospedali, nei supermercati, nelle imprese di pulizia e sanificazione, nelle RSA, nella scuola, tendo do in piedi la didattica a distanza, da casa, gestendo contemporaneamente professione, figli, disabilità e genitori anziani e talvolta perdendolo pure, il lavoro. Per questo – prosegue Mazzardis - riteniamo che questo calendario sia offensivo non solo per le donne, perché veicola significati sociali stereotipati e concorre al rafforzamento dell’oggettivazione del corpo femminile, vanificando i tanti sforzi per contrastare la violenza di genere, le molestie e il lungo percorso per una reale parità̀, ma anche per tutta la società. Quindi, se il calendario non sarà ritirato inviteremo donne e uomini a restituire la tessera associativa della Codacons e a non rinnovarla per il 2021», conclude l’appello partito da Bolzano, sottoscritto in ambito locale anche da Ulrike Oberhammer, presidentessa della Commissione Provinciale Pari Opportunità, Paola Irene Ferraris del Centro di informazione e documentazione della donna, Raffaela Vanzetta, coordinatrice del Centro Specialistico Disturbi Alimentari al Forum Prevenzione e Sissi Prader, direttrice del Museo della Donna di Merano.

E i media nazionali hanno risposto all’appello, quindi da Il Messaggero e Repubblica, la petizione ha raggiunto una diffusione a macchia d'olio fino a raggiungere l'autrice stessa delle foto che sembra avere preso le distanze dall'utilizzo fatto del suo lavoro.

Soddisfatta la promotrice della petizione Nadia Mazzardis: «Quando le donne si mettono in rete, le cose funzionano, come in questo caso dove proprio dalla segnalazione di una persona consapevole, da Bolzano siamo riusciti a far arrivare la petizione all'attenzione dell’opinione pubblica nazionale». (jm)

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