Randi si dimette dalla Fondazione

Rainerum, l’assessore lascia la presidenza dopo le polemiche sulle assunzioni. I salesiani: scuola e college uniti da sempre



BOLZANO. Mauro Randi si è dimesso dalla presidenza della Fondazione Rainerum. È il nuovo capitolo della bufera che riguarda la decisione della fondazione di gestire direttamente il college universitario di via Carducci, di proprietà della fondazione. È stata cancellata la convenzione che negli ultimi dieci anni aveva assegnato la gestione dell’«University College» ai salesiani del Rainerum. Saranno necessarie tre assunzioni per la nuova gestione.

La reazione di Randi. Ha provocato scalpore la proposta di Randi al Cda della Fondazione di assumere il figlio di 22 anni e Massimo Capelli, collaboratore del gruppo Pd in consiglio provinciale. Entrambe le assunzioni sono saltate, perché i candidati hanno rinunciato. Ieri Randi ha annunciato le sue dimissioni dalla fondazione. L’assessore comunale rifiuta di parlare di mossa inopportuna. Anzi, passa al contrattacco: «Dopo la macchina del fango che mi è stata scatenata contro, ho deciso di lasciare la fondazione. Nei Cda seri le proposte dei componenti restano all’interno. Qualcuno ha deciso altrimenti. Io invece non ho divulgato i motivi che hanno portato alla chiusura della convenzione con i Salesiani. Le ragioni verranno comunque scritte nella relazione che consegnerò alla Provincia, che mi aveva nominato nella fondazione». Ma un presidente di fondazione può proporre l’assunzione del figlio? «È ancora lecito che un ragazzo presenti un curriculum?», così Randi. Il figlio del presidente-assessore non è “un” ragazzo. «Le due assunzioni non ci sono state e grazie a questo fango si è parlato solo del figlio di Randi e non dei motivi per cui la fondazione ha chiuso con i salesiani»., risponde. Il Cda aveva deciso all’unisono di non rinnovare la gestione ai salesiani. Tra i problemi lamentati, le modalità di rendicontazione delle spese e lamentele degli studenti ospiti del college sulla pulizia.

I salesiani. Don Maurizio Tisato, direttore del Rainerum, risponde così sui problemi di rendicontazione: «Su questo tema c’è stato un confronto diretto con il Cda, al quale non ci siamo sottratti, manifestando la nostra disponibilità ad accogliere tutte le sue esigenze». Tisato ripercorre la presenza dei salesiani a Bolzano: «Vennero chiamati nel 1938 per l’accoglienza di giovani provenienti dalle valli con la stipula di una convenzione per la gestione di un convitto per studenti. Terminare questa esperienza di accoglienza sarebbe l’interruzione di un tratto distintivo della presenza salesiana». Nel 1967 è iniziata anche l’attività scolastica dei salesiani, ricorda don Tisato: «Se alla storia si riconosce un valore, non si può negare l’identità unitaria che la cittadinanza ancora oggi riconosce nel Rainerum come unica Opera educativa, gestita dai salesiani, su due fronti distinti e molto significativi, la scuola (medie e superiori) e l’ospitalità (college universitario e convitto».

Tensione nel Pd. Liliana Di Fede, segretaria del Pd, accusa: «La vicenda lascia l’amaro in bocca. Il comportamento di Randi è condannabile. Il Pd non può finire sotto i riflettori perché si propongono i propri figli per assunzioni in enti o istituzioni finanziate con denaro pubblico. Dove ci sono finanziamenti pubblici, le assunzioni devono seguire il principio della opportunità». Carlo Bassetti (componente della segreteria del Pd) allarga il discorso alle nomine: «Dalle assunzioni alle nomine, serve un cambio di sistema radicale: competenza, merito e trasparenza». ((fr.g.)

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