Rapporto economia: in Alto Adige aumenta il rischio di povertà, Bolzano città più cara d'Italia

Efficienza del mercato del lavoro, con il raggiungimento degli obiettivi fissati dall'Ue sul fronte dell'occupazione, sia totale che femminile. Superiore alla media europea risultano anche i dati relativi al Pil pro capite e alla produttività. Ma ci sono dei segnali d'allarme



BOLZANO. Luci con qualche ombra: è questo il bilancio del rapporto sull'economia dell'Alto Adige dell'Astat che evidenzia diversi punti di forza, cosi come alcune minacce, opportunità o debolezze.

In generale viene palesata l'efficienza del mercato del lavoro, con il raggiungimento degli obiettivi fissati dall'Ue sul fronte dell'occupazione, sia totale che femminile. Superiore alla media europea risultano anche i dati relativi al Pil pro capite e alla produttività.

Tuttavia il fatto che questi indicatori abbiano evidenziato una perdita di competitività nel medio periodo, li classifica come elementi a rischio. La situazione è simile anche nella redistribuzione del reddito, dove l'indicatore sul rischio di povertà risulta in linea con il dato europeo, ma in peggioramento rispetto al passato.

Come opportunità di sviluppo per l'economia altoatesina vengono individuati gli ambiti dell'istruzione giovanile e della ricerca e sviluppo. In entrambi i campi emerge un potenziale di crescita sul quale investire.

Attualmente secondo gli esperti dell'Astat ci avviciniamo a una situazione di stagflazione con un aumento dell'inflazione e una crescita stagnante. Sul piano dell'andamento dei prezzi la crisi economica mondiale aveva portato nella seconda metà del 2008 ad un vero e proprio crollo dell'inflazione.

Questo fenomeno era stato percepito anche a livello locale. Mentre il tasso di inflazione a luglio 2008 era salito al 4,8%, nello stesso mese del 2009 esso aveva addirittura evidenziato un valore negativo (-0,1%). Da allora si è verificata una nuova crescita dei prezzi.

L'anno 2010, a differenza degli anni precedenti, è stato caratterizzato da un andamento costante. Per il prossimo futuro si ipotizza un aumento dell'inflazione. A innalzarsi sono soprattutto i prezzi dei combustibili fossili e delle materie prime. Il confronto dei prezzi nei capoluoghi di regione porta a un importante risultato: il livello dei prezzi al consumo nel nord Italia è notevolmente più alto rispetto al sud. Dai dati si evince pertanto che a Bolzano, come a Milano e a Genova, i prezzi di tutti i raggruppamenti di spesa sono maggiori rispetto alla media nazionale.

In questo confronto il comune di Bolzano raggiunge, con un indice generale di 105,6, il valore più elevato in assoluto e si procura il titolo di "città più cara d'Italia". In dettaglio, il capoluogo altoatesino segnala i valori più elevati nei raggruppamenti di spesa Generi alimentari, bevande e tabacchi (8,0% al di sopra della media nazionale) e Altri beni e servizi (+11,2%).

Nell'ambito dei mobili, articoli e servizi per la casa Bolzano si posiziona invece al secondo posto, con un +9,3% rispetto alla media nazionale; solamente a Trento sono stati evidenziati prezzi più elevati (+9,9%). I responsabili dell'Astat hanno inoltre comunicato che in base ai dati raccolti ed alle tendenze evidenziate dal quadro economico per il 2011 si prevede una crescita economica a livello provinciale dell'1,7%.













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