Regina Pacis in festa: quarant’anni dedicati agli ultimi della Terra

Un volume per illustrare l’impegno del Gruppo Missionario Curati 79 progetti in America Latina, Africa e SudEst asiatico


di Davide Pasquali


BOLZANO. «Quarant’anni per gli ultimi». Li ha trascorsi con infaticabile entusiasmo il Gruppo Missionario della parrocchia di Regina Pacis, presieduto da Gianfranco Ferro. Quarant’anni di fatti, mica di chiacchiere: oltre 5 milioni di euro raccolti grazie a Comune, Provincia, Regione e sponsor privati. Spesi dalla Onlus, senza tanto clamore, per realizzare la bellezza di 79 piccoli grandi progetti, in pratica una media di due l’anno: America Latina, Africa, Sud Est Asiatico. Sabato prossimo si farà festa. E come da prassi, mostra fotografica e libro. Alquanto sui generis, però, il volume. Bellissimo. Perché graficamente assai curato. E perché per una trentina di pagine si parla sì di missioni, ultimi della Terra, volontariato. Ma poi, soprattutto, perché le parole lasciano spazio ai fatti, alla concretezza. Oltre cento pagine per illustrare dove si sono presi i soldi, dove li si è spesi, per conto di chi, con l’aiuto di chi, esattamente quando, come e anche perché. Un capolavoro assoluto di trasparenza cui molte istituzioni, pubbliche e private, potrebbero, anzi, dovrebbero ispirarsi.

Radici e obiettivi. Il cammino del Gruppo Missionario ha inizio nel 1977, su iniziativa di don Paolo Michelini, allora parroco di Regina Pacis. Ispirandosi ai principi cristiani, svolge attività di cooperazione e solidarietà in favore dei Paesi in via di sviluppo, lavorando per la promozione della giustizia attraverso lo sviluppo integrato dei popoli più svantaggiati. La costituzione del Gruppo ha avuto il merito di sollecitare i laici a rendersi consapevoli delle sconosciute realtà del mondo e a interessarsi degli altri. Formato da un numero consistente di parrocchiani, inizia la sua attività gemellandosi con una missione nell’isola del Marajò - la più grande isola fluviale del mondo - in Brasile. Qui, già dal 1968, opera Giuliana Ondertoller, una ragazza bolzanina che ha lasciato casa, famiglia e lavoro per la strada missionaria.

Per Marajò, ma non solo. Gli incontri quindicinali di riflessione e preghiera si traducono ben presto in attività concrete, si organizzano mostre e vendite di oggetti di artigianato provenienti da tutti i continenti, feste parrocchiali nel cortile di Regina Pacis, pesche di beneficenza, lotterie, raccolta di vetro («siamo stati i precursori dell’attuale raccolta differenziata», chiarisce Ferro), carta da macero, vestiti usati, medicinali e viveri. Per molti anni i proventi derivanti da queste attività vengono trasferiti a Giuliana e successivamente, dopo il suo rientro in Italia nel 1993, vengono devoluti al bolzanino don Pierluigi Fornasier, un sacerdote diocesano fidei donum che, dal 1969 e per 35 anni, è attivo in Brasile (dal 2004 sposterà poi il suo impegno missionario nel Sud-est asiatico, nell’isola di Ataùro a Timor Est). La disponibilità dei contributi pubblici - ottenuti dal Comune di Bolzano, dalla Provincia, dalla Regione e dalla sede di Bolzano di “Missio” - consente, dopo la riorganizzazione in Onlus del Gruppo Missionario Regina Pacis, di allargare il raggio d’azione anche attraverso lo sviluppo di proficue collaborazioni con alcune congregazioni missio- narie presenti soprattutto in Africa e in America Latina e, per questo, di affrontare progetti di maggiore complessità, utilità e completezza per le popolazioni interessate.

Dati e cifre. In 40 anni, attualizzati alla valuta odierna, si sono raccolti e spesi 5.189.873 euro. Si sono avviati 79 progetti, solo 3 dei quali in Italia, 9 nel Sud Est asiatico, 41 in America Latina e 26 in Africa. I vari partner locali, dalla Curia agli sponsor privati, hanno permesso di raccogliere 1.497.924 euro. Dal Comune ne sono arrivati 349.106, dalla Regione 809.797, dalla Provincia 1.576.373, dalle raccolte fondi del Gruppo 956.683. Dei finanziamenti raccolti 2,28 milioni di euro sono stati investiti in Africa, 2,25 in America Latina, 583 mila euro in Asia.

Tabelle e schede. Il lavoro svolto dal Gruppo Missionario ha davvero dell’impressionante. Sia quello sul campo che quello illustrativo. Grafici, tabelle, schede, suddivise per regioni del mondo. Ci si trova di tutto, ma niente erogazioni buoniste, niente elemosine. Si è aiutato perché i meno fortunati potessero a loro volta aiutarsi da soli.

Le opere. C’è di tutto, nelle pagine del libro. Esempi? In Africa si son costruite sale polivalenti, cucine di scuole materne, ampliamenti scolastici, centri sociali con biblioteca, case di accoglienza per rifugiati, impianti fotovoltaici per scuole professionali, dispensari medici, serbatoi idrici, dormitori per scuole. Si sono effettuate perforazioni e allestiti pozzi artesiani. Si sono realizzati servizi igienici, si sono costruiti asili e scuole primarie. Si sono acquistate attrezzature per allestire mulini. Si sono erette scuole professionali per meccanici. In America Latina si sono curati progetti di sviluppo della pesca sul Rio delle Amazzoni, si sono organizzati corsi professionalizzanti per giovani e adulti, si sono costruiti laboratori, fabbricati per alfabetizzazione, arti e mestieri. Si sono finanziati e organizzati corsi di promozione educazione e emancipazione della donna. Ma si sono pure acquistati edifici diventati sede di agenzie stampa per informare gli «ultimi». E si sono costruite cisterne per la raccolta dell’acqua piovana. Si sono allestiti allevamenti di trote. Si sono costruiti centri di solidarietà. Si sono acquistati pc e arredati laboratori di informatica. Si sono costruiti fabbricati per la produzione di farina di manioca. Si sono acquistate attrezzature per gabinetti dentistici. Si sono preparati terreni per la coltivazione. Si sono realizzati parchi gioco. Si è pure acquistato un fuoristrada di seconda mano per il vescovo di Belem e il personale della diocesi che porta in giro gli aiuti: 25 mila kmq di foresta pluviale nell’isola di Marajò; dove ci si sposta solo su piste sterrate.

Le spiegazioni. Per ognuno dei 79 progetti, nel volume del Gruppo Missionario, c’è la spiegazione del perché lo si è fatto. A cosa è servito. Chi ha partecipato. Cosa ha fatto. Quanto ha speso per cosa. Con dovizia di particolari. E foto, del prima del dopo. Facessero tutti così...

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